Con più brividi di quello che ci si potesse aspettare e con cicatrici importanti il Manchester United supera il quarto di finale contro l’Anderlecht, avversario uscito con onore a testa alta ma pur sempre eliminato.
Tutto sembrava esser terminato al gol di Mkhitaryan alla mezz’ora: azione collettiva molto bella dei Red Devils, qualche pasticcio di troppo nella difesa belga e beffa dell’armeno che bissa la rete segnata sette giorni fa in Belgio. Con questa situazione e in un teatro come l’Old Trafford ci si poteva aspettare che l’Anderlecht alzasse bandiera bianca ma la qualificazione era ancora aperta e le motivazioni hanno cavalcato la superiorità tecnica inglese con estrema audacia.
I belgi pareggiano in qualche modo nel gol forse più rocambolesco dell’intero turno. Con l’1-1 si va ai supplementari ma la partita non prende la piega che ci si aspetta: il Manchester fa la partita, ha chance clamorose ma non domina. Descrivere cosa sbagliano Rashford e Ibrahimovic è davvero complicato: errori grossolani a pochi metri dalla porta, contropiedi uno contro uno sprecati malamente e tantissime mani nei capelli che sostituiscono i tanto attesi gol.
Ma l’Anderlecht non è da meno: crea sicuramente occasioni meno nitide ma preoccupa il Chiquito Romero con diverse incursioni e palle messe in area di rigore.
Poi arriva il fischio finale dei 90 regolamentari con il grande spavento: Ibrahimovic si fa male, forse ne avrà per diverso tempo, sicuramente non per giocare i supplementari.
Mourinho deve fare a meno di lui ma i suoi ragazzi non si scoraggiano e nella mezzora aggiuntiva arriva il gol di Marcus Rashford che riesce a farsi perdonare i troppi errori nei 90′. L’ingresso di Fellaini dalla panchina è stato chiave e la sua sponda regala al ragazzino classe ’97 il match point.
Nel finale non c’è più tempo per la reazione belga nonostante qualche palla disperata messa in area di rigore: passa lo United, l’Anderlecht esce. Tutto come da previsione ma il canovaccio di questo quarto di finale è stato tutt’latro che scontato.