Another day at the office per il Manchester City, che ha scherzato anche con il Tottenham per fare 17 vittorie in 18 partite (più un pareggio) in Premier League. Ormai il campionato inglese sembra sempre più un’esibizione della squadra di Pep Guardiola. Il diciottesimo appuntamento era all’Etihad contro gli Spurs, usciti con le ossa rotte dopo un 4-1 senza appello e che rispecchia in tutto e per tutto i novanta minuti, dominati tanto per cambiare dagli Sky Blues. I padroni di casa sono scesi in campo con il piglio giusto già in avvio e non si sono concessi pause se non nel recupero, dopo il quarto gol depositato in rete da Sterling.
Il gol di Eriksen nel finale non ha nemmeno addolcito la pillola per il Tottenham dato che i londinesi hanno fatto enorme fatica anche sotto il profilo psicologico. Il centrocampo ha clamorosamente faticato anche solo a capire come contrastare De Bruyne, complicandosi poi sempre di più la vita quando è subentrato il nervosismo. Dele ha provato anche a stendere il belga con un fallo da espulsione – graziato, ha ricevuto solo il giallo – che è stato lo specchio di tutta la partita. Come sempre il City ha spostato gli avversari da sinistra a destra a proprio piacimento per poi affondare soprattutto sulla corsia mancina con un rivitalizzato Sané. Nella gestione della palla è stato fondamentale anche Gündogan, rientrato da titolare in un big match e subito incisivo.
L’ex Borussia Dortmund ha sbloccato il punteggio di testa sfruttando un’imbarazzante difesa del Tottenham su azione da corner. La rete incassata ha presto svuotato il Tottenham, a più riprese vicino a capitolare e sostenuto solo dalla foga agonistica di un Harry Kane abbandonato nella morsa di Otamendi e Mangala. Nei venti minuti finali il naufragio degli Spurs ha preso forma e la partita si è trasformata in tutto e per tutto in un assolo del Manchester City, libero di dilagare. Anche a livello di gestione della palla gli Spurs sono stati insufficienti, specialmente causa un centrocampo troppo basso e vicino alla difesa che ha lasciato le voragini rispetto all’attacco: Alli è risultato di fatto inutile tra le linee, ben schermato da Fernandinho.
Per Guardiola è ancora tutto rose e fiori, il Manchester City ha risposto ancora una volta alla perfezione ai suoi dettami e vinto l’ennesima partita, la sedicesima filata in Premier League. Soltanto l’Everton (ad agosto) e lo Shakhtar – con le riserve in campo per Pep – hanno finora frenato gli Sky Blues in stagione e il titolo sembra sempre meno in discussione. Il Tottenham rimane confinato al settimo posto, con soli 31 punti, 21 in meno della capolista e due punti sotto la zona Champions League. Per Pochettino è uno schiaffo morale durissimo da digerire che arriva alla vigilia di un periodo complicato come quello natalizio, con tante partite da disputare in serie.
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