Se in Champions League abbiamo assistito alla folle rimonta del Barcellona, in Premier League la gara fra Manchester City e Stoke ha preso un piega del tutto diversa: i ragazzi di Guaridiola, che forse avrà buttato un occhio alla gara dei suoi ex blaugrana, non vanno oltre un noiosissimo 0-0 contro i Potters, sprecando la buona occasione di buttare giù il Tottenham dalla seconda posizione.
L’allenatore spagnolo sembra essere ricaduto nella trappola che ha risucchiato il City nella metà del girone d’andata, quando i Citizens passarono da macchina inarrestabile a squadra stanca e prevedibile, incapace di portare a casa i tre punti anche nelle partite più abbordabili. Nonostante l’impegno non proibitivo contro uno Stoke City che naviga tranquillamente a metà classifica, il Manchester è sceso in campo con l’abito migliore ed uno sperimentale 4-1-4-1, capitanato per la prima volta da Sergio Aguero, giocatore che più di tutti nell’ultimo periodo ha impressionato Guardiola per la tenacia e la grinta messa in ogni partita.
Neanche questo però è bastato al City per avere la meglio: il Kun non ha bagnato la prima presenza da capitano con la solita rete e Navas si è giocato l’ennesima chance con questa maglia, rischiando seriamente di essere messo da parte fino alla fine della stagione per poi essere ceduto.
Per Guardiola dunque è stato tutto inutile non solo per i demeriti della sua squadra, ma anche per i meriti di un sorprendente Stoke City, guidato dal perennemente arrabbiato Mark Hughes (ne sa qualcosa il quarto uomo Stuart Attwell che ha dovuto fare gli straordinari per tenerlo a bada): Saido Berahino, che per problemi disciplinari ha giocato la sua prima partita in campionato soltanto il 10 settembre, ha mostrato oggi più che mai di essere un elemento imprescindibile per la sua squadra.
L’attaccante inglese classe 1993 ha messo in seria difficoltà la coppia di centrali avversaria grazie alle sue incursioni, creando non pochi problemi al non sempre impeccabile Otamendi. È proprio da lui che lo Stoke City dovrà ripartire per chiudere al meglio un campionato che, se non può regalare una qualificazione in Europa, potrebbe almeno regalare qualche soddisfazione ai piccoli Potters.
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