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Manchester City, buona la prima ma c’è molto da lavorare

Il primo Manchester City di Pep Guardiola supera, grazie ad un’autorete, il Sunderland davanti al pubblico amico dell’Etihad Stadium. I Citizens giocano un primo tempo più che positivo ma calano d’intensità nella seconda frazione di gara contemporaneamente con la loro forma fisica e finiscono tremendamente in confusione. Brilla Raheem Sterling che, sotto la guida del tecnico ex Bayern, potrebbe finalmente mostrare il suo intero potenziale.

Appunti tattici – Il Manchester City ha iniziato la gara schierandosi con quattro difensori tra i quali Kolarov e Stones difensori centrali mentre Fernandinho è stato collocato subito prima dei centrocampisti: la posizione del brasiliano ci permette di capire molto di ciò che ha in mente Guardiola per il futuro del suo nuovo club. In fase di possesso palla il mediano si abbassava e andava a prendere il pallone dai centrali, arretrando fino a trasformare la difesa in una linea a tre: durante le amichevoli estive il tecnico spagnolo ha provato più volte questo schieramento sensibilizzando proprio l’ex Shakhtar Donetsk che, molto probabilmente, vedremo presto come primo giocatore che imposta l’azione. Appena Fernandinho si abbassava a raccogliere la sfera, i terzini (Clichy e Sagna) si accentravano e andavano ad occupare la posizione di centrocampisti centrali rendendo più fluida la manovra; nel frattempo, i due esterni (Sterling e Nolito) si abbassavano lungo la corsia di competenza pronti a ricevere il passaggio. Il gol del vantaggio è nato proprio in questo modo: l’esterno inglese ha raccolto il pallone, superato Van Aanholt e sterzato, finendo a terra a causa dell’irruento intervento del terzino del Sunderland. L’ex Liverpool è stato il migliore in campo e nell’arco di tutti i novanta minuti ha rappresentato una costante minaccia per la difesa avversaria.

Moyes e la cultura dei giovani – Il Sunderland si è presentato in campo con tre giocatori nati dopo il 1993: Love (classe ’94), Gooch (1995)e Watmore (1994); aggiungendo all’elenco anche i subentrati (McNair e Januzaj del 1995), arriviamo ad un totale di cinque under 23 in campo. Da sempre, il tecnico ex Manchester United ama far giocare i giovani e ai Black Cats avrà sicuramente più possibilità di farli crescere permettendo loro di far parte costantemente dell’undici iniziale. Nonostante il gol sia arrivato dal veterano e immortale Jermaine Defoe, i giovani hanno svolto un lavoro eccezionale e sono sicuramente un’ottima base per il futuro del club: in particolar modo Watmore che, a detta di Defoe, in campo aperto ha le stesse qualità di Gareth Bale. Solo il tempo saprà dirci di più su questo classe ’94 ma la base su cui lavorare è di ottimo spessore.

Gianmarco Galli Angeli

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