Quelli dello Swedbank, una serata del genere, avrebbero preferito non vederla. Specie dalle tribune Bosse e Zlatan (indovinate un po’, la prima intitolata allo storico attaccante degli anni ’60-’70 Bo Larsson, la seconda a chi sapete già), dove i biglietti erano andati letteralmente a ruba. Questo perché il Malmö aveva tutto per far bene contro il modesto Vardar: modesto, sì, ma negli ultimi cinque anni si è laureato campione di Macedonia in quattro occasioni portandosi a casa pure due Supercoppe. Niente male eh, ma il calcio svedese è superiore rispetto a quello praticato a Skopje e dintorni. La posizione nel ranking Uefa, che vede l’Allsvenskan 24° e la Prva Liga 40°, non fa altro che confermarlo.
Disillusione – Eppure, a discapito delle sensazioni della vigilia, così non è stato. Ed è un peccato, perché la società aveva pure aumentato di un centinaio i posti della Swedbank così da rendere più folta la cornice che avrebbe supportato gli Himmelsblått: niente da fare. Così come niente da fare c’è stato per Alexander Jeremejeff e Behrang Safari, usciti anzitempo nel match contro l’Häcken e indisponibili così come altri: Tobias Sana è stato ceduto, Markus Rosenberg era indisponibile per infortunio insieme a Felipe Carvalho e il non ancora recuperato Rasmus Bengtsson, così accanto a Cibicki ecco Jo Inge Berget. Formazione di certo sperimentale, quella messa in campo da Magnus Pehrsson, ma è anche vero che il risultato sperato sarebbe stato tutt’altro. E invece, ecco palesarsi sopra il cielo svedese un pari per 1-1, che tiene aperte le porte al ritorno di Skopje. E pensare che ai padroni di casa basterà uno 0-0 non è il massimo…
La sorpresa – “Mi ricordo che ero abbastanza lontano (nelle gerarchie, ndr), ma abbiamo avuto alcuni infortuni e alcuni giocatori erano stato venduti, così ho avuto la possibilità. Il giorno prima, ho scoperto che avrei giocato. E’ stato speciale”. Ha esordito così ai microfoni del canale del club Franz Brorsson, professione difensore centrale, 21enne biondissimo, nel mentre ricordava l’estate del 2015. Ed era tutto così speciale, per lui, perché nel secondo turno di qualificazione contro lo Salgiris Vilnius aveva fatto il suo esordio. Aveva 19 anni, e con la spensieratezza di un ragazzo giocò una buona partita. Dopo lo 0-0 in Svezia, comunque, al ritorno toccò al suo compagno di reparto Tinnerholm decidere il match. E per dirla tutta, quel Malmö aveva centrato l’obiettivo e passò alla fase a gironi di Champions. Non senza aver eliminato il Celtic (3-2 in Scozia, lapidario 2-0 al ritorno e pass assicurato). La speranza è che alla fine si possa festeggiare lo stesso, a discapito di questo pari che lascia l’amato in bocca.
Profezia – “Il pubblico crede in noi, già nel riscaldamento ci sarà un sacco di gente. Queste sere d’estate possono essere magiche, ci piacerebbe averne di più. Con il grande sostegno dagli spalti, c’è una buona probabilità che sarà così”. Franz è giovane, certe parole escono dalla pancia senza che il cervello possa passarle al vaglio, ma in ogni caso quel che ha detto non è sbagliato. Semplicemente, si tratta di una previsione fin troppo rosea. Alla fine, però, va detto che proprio lui si sia dannato per almeno pareggiar il conto. E c’è riuscito, al 75′, inserendosi perfettamente sul destro tagliato che Magnus Wolff Eikrem (10 non a caso, dico io) aveva pennellato appositamente per lui. Gesto liberatorio e corsa sotto la tribuna sono stati poi offerti dalla casa. In precedenza, al 62′, il 22enne Nikolov aveva calciato in modo neppur troppo convinto un pallone che gli era arrivato da Jonathan Balotelli (di lui parlerò tra poco). La sua conclusione, però, si era imparabilmente tramutata in un destro letale che prima di varcar la linea di porta era riuscito a baciare il palo. Wiland immobile, Swedbank Stadion ammutolito. Ci si poteva aspettar ogni cosa, ma la rete della vita di un giovane attaccante macedone no. Questa, proprio no. E invece, ecco che gli Himmelsblått avevano saputo riprendere il controllo della partita.
L’altro Balo – “In Brasile è facile, non sei un grande giocatore se non hai un soprannome. Di Balotelli ce ne sono tanti, nel mio Paese ci sono almeno dieci giocatori che si fanno chiamare così, ma io sono sicuramente il migliore. Sono diventato Balotelli all’inizio del 2013, giocavo ancora nel Pesqueira, mi ero tagliato i capelli con la cresta, come lui. Il mio allenatore e i compagni hanno cominciato a chiamarmi Balotelli e io, dopo i gol, ho copiato la sua esultanza a torso nudo, quella in cui mostra i muscoli contro la Germania. Ho riprovato a farla anche qui a Skopje, solo che fa troppo freddo, devo inventarmi qualche altra cosa, magari una delle sue magliette con le scritte”. Parole di Jonathan Boareto dos Reis, 28enne di Rio, autore dell’assist che rischia di decidere la doppia sfida nonché giocatore dalla spiccata personalità. Ma questo forse l’avevate intuito da voi, non è così?
Ricapitolando – Oltre 19mila biglietti venduti, una voglia d’Europa così forte da tagliarla quasi col coltello, atmosfera caldissima e il Vardar continuamente avanti in contropiede. Jo Inge Berget aveva sui piedi la palla del vantaggio dopo poco più di un quarto d’ora ma non è riuscito a capitalizzare. Anders Christiansen si è trasformato per un secondo da mediano a cecchino, quando prima ha centrato il portiere avversario Gacevski, mentre in seconda battuta una sua conclusione ha beccato la traversa interna salvo poi rimbalzare mestamente non superando la linea di porta. “Creiamo molte occasioni da gol, il Vardar creando tre occasioni da rete ne ha fatta una. Emotivamente non ci si sente bene con l’1-1 perché non v’è alcun dubbio su chi è il migliore. Ci siamo messi in una situazione più difficile di quanto ci aspettavamo”. Magnus Pehrsson, alias la persona che ha pronunciato queste parole nel post-partita, avrà da lavorare. Ma tra una settimana non ci saranno più gli spalti stracolmi di tifo amico. In Macedonia, all’Arena Philip II, sarà una bolgia.
Il tabellino:
Malmö FF (4-4-2): Wiland; Tinnerholm, Nielsen, Brorsson, Konate (dal 65′ Svanberg); Rakip (dal 65′ Eikrem), Lewicki, Christiansen, Yotún; Cibicki (dall’85’ Bergqvist), Berget. All. Pehrsson.
Vardar (4-3-3): Gacevski; Hambardzumyan, Novak, Grncarov, Demiri; Iseni (dal 46′ Gligorov), Spirovski )dal 78′ Kojasevic), Juan Felipe; Barseghyan (dal 72′ Blazevski), Balotelli, Nikolov. All. Sedloski.
Reti: 63′ Nikolov, 75′ Brorsson. Ammoniti: Cibicki (M), Barseghyan, Grncarov, Juan Felipe, Nikolov, Gacevski (V). Arbitro: Arnason (Islanda)
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