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La rivalità tra Malmö e Copenhagen nasce da un bicchiere di birra

Esistesse per davvero un piatto che elimini i dissapori tra Svezia e Danimarca, probabilmente sarebbe il pane di segale imburrato che fa da base al Toast Skagen, sormontato da gamberetti, limone e aneto. Pietanza ideata da uno svedese (Tore Wretman, al termine della seconda guerra mondiale), prende il nome da un porto danese dello Jutland, la città di Skagen, dunque sarebbe il compromesso perfetto se solo non fosse oggetto di lite. Sì, perché a Stoccolma il pane si chiama smörgås mentre in danese è per tutti smørrebrød. Prescindendo però da valutazioni culinarie o scontri di particolare gravità (l’assalto di un tifoso danese all’arbitro il 2 giugno 2007, in una gara tra le due nazionali), tra i motivi dell’astio ce n’è essenzialmente uno geografico fondamentale.

Si tratta di un ponte di 16 km che collega proprio Malmö a Copenhagen: i danesi lo chiamano Øresund, gli svedesi Öresund e nel 2011 Hans Rosenfeldt vi realizzò una serie tv chiamata The Bridge, trasmessa sia in lingua svedese (Bron) che danese (Broen). La vicinanza è inequivocabile: per il Malmö la trasferta a Copenhagen sarà viaggio di 43 km mentre ogni qualsiasi trasferta di Allsvenskan dura almeno i 73 km dalla città più prossima, Helsinborg. E se al mondo esistono altri tre soli snodi terrestri tra paesi divisi per mare (quello franco-inglese tra Dover e Calais, quello arabo-bahreinita tra Manama e Dammam, quello tra la malese Jonoh Mahru con la città-stato Singapore) nessun altro vanta un corrispettivo derby calcistico sentito come questo. Sarà la seconda stagione di fila in cui Svezia e Danimarca sono rappresentate da MFF e FCK in Europa, col primo che – oltre ai Rangers – è l’unico club ad aver raggiunto i gironi partendo dal primo turno preliminare per via del terzo posto dell’anno scorso dietro ad AIK e Norrköping.

Oggi quel ponte separa due mondi, ma si sempre a conclusioni semplicistiche: «Ha reso Malmö un sobborgo di Copenaghen». Più razionale è stato Ståle Solbakken: «Sarà come giocare un derby ad alta intensità, sicuramente sarà una partita sentita da tifosi e media». I motivi non mancano: è il primo incontro in competizioni UEFA, dove il Malmö lo scorso hanno s’è guadagnato l’Europa League battendo una danese (il Midtjylland, pari 2-2 in casa e vittoria 0-2 in trasferta), mentre il Copenhagen perse 1-3 a Djurgarden in Coppa Uefa 2002/03. La formazione venti volte campionessa di Svezia nel 2017 è alla terza partecipazione di fila a competizioni UEFA mentre la rivale, 13 volte vincitrice di Superligaen, è alla settima apparizione in Europa League. Come se non bastasse, quattro danesi giocano nel Malmö (Knudsen, Nielsen, Rieks e Christiansen nato proprio nella capitale avversaria) e tre svedesi hanno compiuto il percorso inverso (Johnsson, Bengtsson, Papagiannopoulos).

Hat” in svedese vuol dire odio. “Mote” significa incontro e non è difficile capire che volesse dire l’Expressen parlando di un “hatmöte” a proposito di un 2-1 al Telia Parken del 29 aprile 2005, valevole per la Royal League e seguito da rappresaglie. Dei 12mila tifosi, circa 2mila erano giunti appositamente dalla Svezia e furono – a loro dire – provocati dalla polizia locale che aveva intimato di ridurre il rumore poiché non sarebbero riusciti a comunicare via auricolari. Secondo fonti danesi, un bicchiere di birra lanciato dagli spalti fece traboccare il vaso: l’irruzione nel settore ospiti fu accompagnata da un gran tumulto. «Era comprensibile in una gara tra due grandi club, peraltro danesi contro svedesi in cui ognuno voleva essere il paese nordico migliore – raccontò Niklas Skoog – un tempo fu Rosenborg contro Malmö ma questa rivalità col Copenhagen è sempre esistita».

Non finì così. Il Malmö FF istruì delle memorie avvalendosi curiosamente di un avvocato danese (Aage Kramp) e ottenendo la condanna del procuratore capo Lise-Lotte Nilas al gesto di un poliziotto immortalato mentre colpì in testa un tifoso svedese. Le scuse però non sono mai arrivate e in un’amichevole del 2009 i tifosi del Malmö protestarono ancora per il trattamento ricevuto quattro anni prima. Nel 2014 un’amichevole organizzata non fu mai giocata per lo stesso motivo. Nel febbraio 2016 Malmö e Copenhagen s’incontrarono casualmente a Dubai per il precampionato: vinsero i danesi (1-0) ma il ricordo dell’episodio continuò. Da allora, le due nordiche ebbero a che far l’una con l’altra solo in sede di calciomercato, coi trasferimenti di Erik Johansson e Robin Olsen. E a distanza di anni Andreas Yngvesson ricorda gli attimi del Parken: «Se un poliziotto entra lì per provocare, è inaccettabile. Non so se fossero in grado di gestire situazioni pericolose, ma l’importante è tenere tutto fuori dallo stadio cosicché i genitori possano portarci i figli senza problemi».

Matteo Albanese

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