L’Algeria ha benedetto il mancino della sua stella Riyad Mahrez per evitare di partire con il piede sbagliato: il pareggio nella gara d’esordio ha comunque un sapore molto amaro viste le aspettative ma gli sviluppi della partita potevano portare a conseguenze ancora peggiori. Gara a tratti bellissima piena di colpi di scena e ribaltamenti improvvisi: è finita in pareggio ma l’impresa dello Zimbabwe è stata per larghi tratti più che credibile.
La partita giocata dallo Zimbabwe è stata eccellente per larghi tratti, finché lucidità e brillantezza hanno accompagnato gli uomini di Callisto Pasuwa. La squadra è stata armonica e ordinata con la consapevolezza dell’inferiorità rispetto agli avversari ma anche con la sfrontatezza di chi sa affrontare sfide difficili. Buono l’avvio di gara, macchiato solo da quel sinistro di Mahrez lasciato scoccare con troppa facilità, quasi perfetto il resto del primo tempo in cui sono arrivati i due gol sfruttando la tecnica di un attacco niente male e le leggerezze difensive di un’Algeria rivedibile di dietro.
Mahachi ha rimesso in piedi la partita e ha giocato una gara fantastica: tecnica e velocità letali contro una difesa in forte difficoltà nel contenere lui e il centrocampista Billiat, altra freccia acuminata nella faretra di Pasuwa. Nella ripresa è mancato il guizzo da grande squadra per chiudere i conti e alla lunga la superiorità tecnica algerina ha portato all’assedio e al pareggio ma l’impressione generale dello Zimbabwe è stata davvero ottima.
La prova dell’Algeria è stata molto deludente. Eccezion fatta per i due lampi di Mahrez è stato creato troppo poco e non c’è stata quella superiorità che tutti si aspettavano. Ha incantato la stella del Leicester, hanno convinto a sprazzi Bentaleb e Brahimi (entrambi troppo fumosi), il resto molto male.
Slimani doveva essere l’arma in più in area di rigore ma ha dimenticato la sua natura da bomber in Inghilterra e dovrà ritrovarla al più presto; il difensore Belkhiter è stato un vero disastro ed è responsabile in entrambe le azioni dei gol zimbabwesi con interventi difensivi di bassissima categoria.
Menzione a parte per il vulcanico portiere Rais: enormi le responsabilità sul gol dell’1-1 ma in situazione di svantaggio ha salvato una volta con una parata da fenomeno e almeno in altre due occasioni è stato fondamentale per mantenere minimo il passivo.
In generale Leekens ha molto da lavorare perché la sua Algeria è ben lontana dall’essere la corazzata che ci si aspetta. E’ una nazionale che sicuramente può crescere tanto ma deve trovare immediatamente lo sprint da grande per competere in questa Coppa d’Africa ad alti livelli.
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