Dalla strenua resistenza del Leicester, all’ultimo giorno di mercato passato in aeroporto in attesa di un’offerta concreta, dal rinnovo milionario con le Foxes alla voglia di confrontarsi con una grande piazza. Fino al Manchester City, l’occasione della vita. La storia di Riyad Mahrez con il Leicester è giunta al capolinea dopo due anni passati da uomo-mercato: il passaggio dal blu delle Foxes allo Sky Blue del Manchester City rappresenta tutte le speranze dell’estroso algerino di diventare davvero un top. Più di quanto lo sia stato nel 2016, quando oltre a vincere la Premier League da protagonista e diventare il Player of the Season si era classificato settimo nella graduatoria per il Pallone d’Oro.
Sembrava il momento della svolta, ma alla fine la determinazione del Leicester nel tenerlo in rosa ha avuto la meglio. Mahrez ha risposto sul campo, con 23 gol e 20 assist in due anni in una squadra ormai ridimensionata, tornata da mezza classifica dopo aver vissuto in paradiso per una stagione. Ma sempre, giorno dopo giorno, sperando in una grande chiamata.
Mahrez, alla ricerca dell’occasione
Il futuro di Mahrez è alla corte di Guardiola, in quella che probabilmente è la miglior squadra di sempre della Premier League. Quella sapientemente costruita in due anni, con spese folli ripagate dai 100 storici punti in un campionato dominato dall’inizio alla fine. Una squadra che sta in una dimensione forse addirittura troppo grande per l’algerino. Dalle voci che lo volevano all’Arsenal o alla Roma, al trasferimento al Manchester City: da squadre di fascia alta a un top club europeo, un balzo inaspettato forse per lo stesso giocatore. Il quale dovrà affrontare più di una difficoltà per riuscire a imporsi.
Di fronte avrà una concorrenza spietata, con Sané, Sterling e Bernardo Silva. Dovrà riuscire ad adattarsi in un calcio diverso, dove l’estro del singolo viene esaltato, ma all’interno di un collettivo, di un sistema organizzato nei minimi dettagli. Senza licenze eccessive come a Leicester, dove di fatto ha sempre avuto carta bianca per quanto riguardava la fase offensiva. Un cambiamento che Mahrez potrebbe far fatica a digerire.
City, Mahrez è l’uomo giusto?
L’algerino ha sempre avuto bisogno di centralità e libertà di azione, dettami che al City spettano ai De Bruyne, ai Silva e ai Sané prima di tutto. Per questo è difficile comprendere come un giocatore con le caratteristiche di Mahrez possa essere considerato una risorsa da 85 milioni di Euro per Guardiola, tanto determinato nel volerlo in rosa quanto in possibile difficoltà nel gestirlo. Già al Leicester, quella che è stata la sua isola felice, in più di un’occasione il classe 1991 era finito in panchina per dissidi con gli allenatori, era andato al braccio di ferro con la società per ottenere una cessione in una big. E nessuno aveva mai soddisfatto fino in fondo le richieste delle Foxes fino all’offerta da capogiro del City, andata oltre ogni possibile immaginazione.
Forse, però, è stato oltrepassato anche il senso logico e la voglia di aggiungere un altro pezzo importante all’attacco è diventata frenesia da mercato. La scelta degli Sky Blues lascia ancora molti punti di domanda, nodi che solo il campo potrà sciogliere. Ma la sensazione è che un flop possa essere dietro l’angolo, e non solo per il prezzo.
Dalla libertà al sistema
Ci si è interrogati spesso nel corso degli anni sulla vera natura calcistica di Mahrez. Se sia davvero un giocatore da top oppure se sia soltanto un estroso in grado di guidare piccole realtà da protagonista, da indubbio leader tecnico, senza compagni dotati del suo talento. Nella stagione 2017/18 l’algerino ha sfatato il mito del one-season-wonder replicando la doppia cifra di gol e assist, impresa in cui era riuscito nell’anno del titolo. Ma questo non è sufficiente a giustificare l’enorme esborso del Manchester City, abituato a puntare negli ultimi anni su giocatori più giovani rispetto al classe 1991, anche plasmandoli in alcuni casi, come sta verificandosi soprattutto con Sané e Gabriel Jesus.
Mahrez è invece un giocatore già formato, di cui si conoscono le caratteristiche tecniche e tattiche, difficili da integrare nel sistema di Guardiola. Pep è chiamato all’ennesima grande sfida della sua carriera, da vincere per rafforzare una squadra che punta alla Champions League. Con un Mahrez in più, ma tutto da valutare. In campo.