La morte non è mai una cosa facile da assimilare e in questi giorni a Montpellier lo sanno bene. Il 29 giugno, infatti, si è spento il presidente Louis Nicollin, colto da un infarto mentre festeggiava il suo 74esimo compleanno in un ristorante di Garons, a pochi chilometri dal centro di Nîmes. In carica dal 1974, “LouLou“, così ribattezzato dai propri tifosi, è stato un personaggio eclettico, stravagante, spesso al di sopra delle righe, ma che ha saputo dare molto al calcio transalpino. Il duro lavoro di 38 anni alla guida del club occitano ha portato in bacheca la Coppa di Francia nel 1990 e il clamoroso titolo di Ligue 1 nel 2012. In quel Montpellier militavano giocatori quali Olivier Giroud, Mapou Yanga-Mbiwa e Benjamin Stambouli ma aver battuto il ben più ricco Paris Saint-Germain di Al-Khelaïfi rimane ancora qualcosa di surreale. Nell’immaginario collettivo è vivida l’immagine di Nicollin presentatosi alla festa post vittoria in campionato con i capelli tinti di arancio e blu. L’esuberante carattere del patron però non si è limitato ad acconciature ad effetto: nel 2009 la sua frase “Questo ragazzo è un pò frocio” indirizzata a Benoît Pedretti dell’Auxerre gli è costata due mesi di squalifica. Per Nicollin il centrocampista avversario è stato reo di aver simulato svariate volte durante il match e che ciò ha comportato l’ingiusta espulsione di un giocatore del Montpellier.
Sabato scorso nel quartiere di La Paillade si è tenuta una processione in sua memoria. Tre sezioni degli ultras del Montpellier (Butte Paillade 1191, Armata Ultras 2002 e Camarga Unitat 2011) hanno guidato un corteo lungo le vie del rione fino allo Stade de la Mosson, inneggiando a gran voce il nome di Nicollin. Tra fumogeni, commozione e striscioni bardati a lutto, si è potuto evincere quanto “LouLou” fosse un personaggio amato da tutta la comunità. Messaggi di cordoglio sono arrivati da ogni parte del web. Uno dei primi a scrivere è stato Michael Platini, amico di lunga data di Nicollin: “Gli volevo bene come un fratello. Se n’è andata una parte di me. I nostri sono stati trent’anni di vera amicizia“. E poi Cabella, Ghoulam, Niang, Lemina, lo stesso Giroud e molti altri hanno voluto rendere omaggio ad un presidente che era di tutti. Le esequie si sono tenute stamattina nella gremita cattedrale di Saint-Pierre. In migliaia sono scesi in strada per l’ultimo applauso al passaggio del feretro. A Montpellier l’eco della mancanza si farà sentire a piena voce. Per molto tempo.
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