L’Olanda, già orfana del suo profeta, Johan Cruijff, da oggi piange il suo re. Addio a Johan II. Neeskens il “motore” dell’arancia meccanica, l’Olanda del calcio totale, una squadra così straordinaria da essere capace di entrare nella storia del calcio senza aver vinto neanche un titolo.
7 luglio del 1974: il primo rigore delle finali mondiali
La memoria degli appassionati di calcio ferma le lancette del tempo al 7 luglio del 1974. Si gioca a Monaco di Baviera, la prima finale mondiale che assegna la “nuova” Coppa del Mondo. A contendersela, Olanda e Germania Ovest. La sfida si incanala verso i Paesi Bassi dopo sessanta secondi destinati a scrivere la storia. La nazionale olandese batte il calcio di inizio e la Germania Ovest toccherà il primo pallone per rimetterlo in gioco dopo aver subito la rete dello 0-1. Già, perché i padroni di casa non toccano palla sino a che Neeskens non mette a segno, dopo appena 1’ di gioco, il calcio di rigore assegnato agli orange. Sarà il quinto gol dell’olandese che a fine torneo sarà capocannoniere. Sarà anche la sua unica gioia perché la Germania Ovest ribalterà la sfida (2-1) portandosi a casa il titolo mondiale.
Cruijff e Neeskens, il profeta e il verbo
L’Olanda dei Johan ha scritto comunque la storia. Cruijff ne era il profeta. Neeskens, il verbo. Centrocampista capace di interpretare al meglio il ruolo sdoppiandosi nella lotta e nel governo. Potenza e classe, forza e geometria, tocco di palla e tecnica di base direttamente proporzionali a una capacità polmonare illimitata. Per capirsi, Neeskens era, insieme, incontrista per vocazione, fantasista per talento, regista per intelligenza tattica, incursore per capacità di leggere il gioco. Nell’Ajax è l’incarnazione del “calcio totale” concetto allora antesignano che vede tutti gli undici in campo chiamati ad attaccare e difendere. Quello che oggi chiameremmo movimento senza palla, fase offensiva e difensiva, transizioni e ripartenze, era di moda già mezzo secolo fa.
Johan e Johan, inseparabili e perdenti lontano dall’Ajax
I due Johan, insieme, vincono tutto il vincibile con l’Ajax. Cruijff, quello con il “14” poi va a predicare calcio in Catalogna. E l’altro, Neeskens ne raccoglie l’eredità reinventandosi anche centravanti. Poi, però, la nostalgia è forte. E la coppia si ritrova a Barcellona. Insieme, diventeranno il simbolo della “revoluccion futbolista” che li renderà i calciatori simbolo del club. Non riusciranno a vincere la Coppa dei Campioni lontano dall’Ajax né alcun titolo con la maglia della nazionale. L’Olanda nel 1978 gioca la sua seconda finale mondiale consecutiva ma ancora una volta contro i padroni di casa. L’Argentina avrà la meglio ai supplementari. È la fine di un ciclo straordinario e irripetibile, ricominciato, da qualche ora, da qualche parte, dove Neeskens ha raggiunto Johan che lo aspettava già da un po’.