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L’ultimo capolavoro di Diego Buonanotte

Non è mai tardi per parlare di Diego Buonanotte, soprattutto se il motivo sono gioielli come il gol che ha permesso all’Universidad Católica di qualificarsi agli ottavi di finale di Copa Sudamericana. Ha 32 anni oggi el Enano, ma sembra che ne abbia molti di più, quasi fosse un calciatore di un’altra epoca: perché la sua vita è stata un’odissea, ma a volta anche gioie estemporanee come la rete al Sol de América possono far dimenticare per qualche attimo il passato.

Sembra giochi da una vita perché effettivamente gioca da una vita, ma ha cominciato molto giovane a imporsi nel panorama internazionale, ma il gravissimo incidente stradale che gli ha segnato la carriera e anche la vita amplia la sensazione del tempo che passa, portandoci Buonanotte in un mondo solo di ricordi. E per lui quei ricordi sono incubi: sono tre amici che perdono la vita con lui al volante unico sopravvissuto, sono un cambio radicale della percezione popolare nei suoi confronti, con tanta gente che gli dà dell’assassino.

Molto difficile giocare a calcio in queste condizioni, che hanno inciso sulla sua carriera più di quanto i limiti fisici non facessero: perché Buonanotte, 159 cm e solamente 49 Kg di peso è uno dei calciatori più bassi e più magri al mondo, ma aveva compensato tutto con agilità e tecnica, qualità da primo della classe che gli facevano sognare una carriera da fenomeno.

Colpi che si continuano a intravedere nonostante tutto nella sua nuova vita cilena: da quattro anni ha sposato la causa dell’Universidad Católica, a oggi forse la squadra di riferimento in Cile, che lui stesso ha trascinato agli ottavi di Copa Sudamericana. Il risultato era in parità totale tra andata e ritorno contro un ostico Sol de América, squadra paraguaiana che di certo non stimola il bel gioco: Buonanotte è entrato, ha aspettato tre minuti e poi ha punito. Punizione perfetta con il suo sinistro, un tocco d’arte in una partita che era aperta anche agli scenari più clamorosi.

Alla fine è bastato un gol per cambiare tutto, visto che poi i Cruzados quella partita l’hanno anche vinta in rimonta. Sprazzi di un enorme talento, capace di cambiare il volto di una partita in un attimo, e di essere ancora decisivo a 32 anni nella sua seconda vita, la più difficile.

 

Simone Gamberini

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