Vedi Julián Álvarez e vedi la mano di Gallardo. Troppi indizi fanno una prova ormai da parecchio tempo in casa River Plate, dove solo l’occhio di un allenatore visionario come il Muñeco riesce a intravedere il talento nei più giovani, caratteristica fondamentale per tenere i Millonarios ai vertici del Continente nonostante le continue cessioni.
Negli ultimi anni infatti il River ha spesso dato via al primo colpo i calciatori in seguito alla loro esplosione e senza fare grossi colpi di mercato la soluzione è stata quella di valorizzare al meglio ciò che offriva il settore giovanile. E in un complesso che fornisce davvero tanta gente di ottimo livello, Gallardo ha sempre la capacità di andare a pescare l’uomo giusto nel reparto giusto, in questo caso l’attacco, prosciugato negli ultimi anni dalle partenze di Alario e Driussi prima, e del Pity Martínez poi. Con l’invecchiamento di Pratto e l’addio inevitabile di Scocco, erano rimasti solo Matías Suárez, bravo ma non particolarmente mobile, e Santos Borré come riferimenti offensivi, e per questo si è scelto di puntare forte su Julián Álvarez, classe 2000 che ha vissuto una vita all’interno del mondo River.
Da piccolo era stato comprato dal Real Madrid, ma per via di una regola che impediva di tesserare dall’estero ragazzi troppo giovani (aveva 13 anni all’epoca) dovette fare ritorno in Argentina. Parliamo di un cordobese che però non ha scelto nessuna delle tre squadre della città: né il Belgrano di Vázquez, né il Talleres di Pastore, né l’Instituto di Dybala. Tifava per il River Plate e per questo forse ha rifiutato le offerte di Argentinos Juniors e Boca Juniors che si erano proposte di tesserarlo.
Ha accettato il River Plate e da lì ha scalato tutte le giovanili fino ad arrivare a essere determinante in Copa Libertadores. Bravo ragazzo, con la testa sulle spalle, soprattutto riconoscente: al suo primo allenatore ha regalato una monovolume, una Renault Kangoo, per ringraziarlo degli insegnamenti una volta diventato grande. Piccolo gesto che però descrive la personalità del ragazzo. Chissà, tra qualche anno un regalo potrebbe farlo a Gallardo che ha scelto di puntare su di lui, sfruttando al massimo il suo talento, adesso decisivo per la prima squadra.
Julián Álvarez è una punta di grande istinto, letale in area di rigore. Non è particolarmente fisico, ma ha quelle movenze agili negli ultimi metri che preparano al meglio le sue ottime conclusioni a rete: se è necessario fare un paragone è un attaccante alla Pistolero Suárez, di grande coordinazione nel breve, che anticipa il tiro per prendersi un vantaggio su tutti. Lo si è visto tantissimo nelle ultime partite di Copa Libertadores, soprattutto quelle con il San Paolo, in cui è stato freddissimo nel costruirsi le palle che hanno portato alla vittoria del River, chiave per la qualificazione.
I suoi orizzonti sono ancora da definire, ma un giocatore del genere è da tenere sott’occhio. ora ci saranno partite fondamentali per la storia del club e per la sua, che passa inevitabilmente da questi grandi appuntamenti. Quelli in cui Gallardo sa sempre su chi puntare e difficilmente sbaglia. E quella persona negli ultimi mesi spesso è stata Julián Álvarez.
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