Luis Enrique, nella bufera dopo la rispostaccia alla giornalista (“non ti spiego la tattica perché non la capiresti”) nel post partita di Arsenal – PSG. La sua panchina è già in bilico. La sconfitta in Champions League ha scatenato grandi critiche nei confronti dell’allenatore spagnolo atteso al varco sfruttando il primo passo falso della stagione.
La Francia e Luis Enrique, un rapporto mai nato
La Francia e Luis Enrique si rispettano ma non si amano. La credibilità si reggeva sui sei risultati utili su sette partite disputate ma convincere è un’altra cosa. E al primo ko al di là delle Alpi, anche per come è maturato e per quanto accaduto nel post, la stampa si è infiammata. Pomo della discordia, oltre alla mancata convocazione di Dembéle per motivi disciplinari, la risposta alla cronista. Parole rivolte con una certa acredine, apparsa comunque fuori luogo. Non è comunque la prima volta che Luis Enrique ha problemi con la gestione delle conferenze stampa e con gli addetti ai lavori. Qualche giorno fa aveva dichiarato che avrebbe preferito dimezzarsi lo stipendio pur di non presentarsi davanti a microfoni, telecamere e taccuini. Abbastanza per rendersi invisa la stragrande maggioranza dei media parigini.
I capi d’accusa: integralista, presuntuoso e poco umile
Protetto dai risultati, lo spagnolo è stato inattaccabile ma il rancore, a lungo covato sotto la cenere, è emerso fragorosamente dopo il ko in Champions, scatenando il processo mediatico. I capi d’accusa non mancano: Luis Enrique deve rispondere di un certo integralismo nell’insistere sul falso nueve. Agli occhi dei francesi, il tecnico asturiano, pur avendo carta bianca al PSG, non è riuscito ad adattare le sue idee agli uomini a disposizione. Nonostante la difficoltà di proporre il suo calcio però non arretra di un centimetro. È obiettivamente difficile replicare un canovaccio di gioco senza Busquets, Rakitic, Xavi e Iniesta ma fra i compiti di un allenatore c’è anche quello di saper ricavare il massimo dalla rosa a disposizione, che comunque non è di bassa qualità.
Luis Enrique e quei nervi a fior di pelle
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Il tecnico ha premesso di avere scelto Parigi perché c’era una squadra da costruire, ma la sua impronta, agli occhi dei detrattori, non si vede. Ultimo ma non ultimo, i nervi spesso a fior di pelle: ai francesi non piace neanche chi è presuntuoso e Luis Enrique è stato da tempo identificato come tale. In questo senso i continui scontri dialettici non rasserenano l’ambiente, anzi lo rendono ancora più incandescente. Ecco perché c’è la sensazione che il tecnico asturiano abbia già esaurito il plafond della fiducia e non gli sarà perdonato niente.