Il Paris Saint Germain vede i fantasmi dell’eliminazione dalla Champions. La sconfitta a Monaco di Baviera è stata accolta malissimo in Francia, anche per come è maturata. Luis Enrique è sul banco degli imputati ed è già sulla graticola.
A più di un anno dal suo arrivo, il tecnico spagnolo continua a sollevare tanti interrogativi alimentati dalle scelte forti ma infruttuose prese martedì a Monaco. L’allenatore del PSG ha lasciato in panchina Donnarumma e gli ha preferito Safonov, più abile, secondo Luis Enrique, a giocare con i piedi. Il portiere però deve sapere usare le mani e l’ex estremo difensore del Krasnodar ha impiccato la partita con un errore grossolano quanto evitabile. Al termine dei 90’ in Germania, agli occhi della critica, c’è però chi è più colpevole e responsabile. Luis Enrique che deve difendere le sue scelte e spiegare come e perché sia diventato l‘allenatore del PSG con più sconfitte in Champions League (8 in 17 partite), dopo aver avallato una rivoluzione tecnica.
Il Ko di Monaco di Baviera lascia in eredità un peso specifico particolarmente difficile da sopportare nella bilancia costi – benefici legata all’idea di puntare su un gruppo di giovani talenti. Scelta coraggiosa e sostenibile, un vero e proprio taglio al recente passato quando il progetto si reggeva sulle lune di Neymar, Messi e Mbappé. È chiaro che una scelta del genere necessita di tempo, ma è altrettanto innegabile che si era puntato su Luis Enrique proprio per la sua capacità di lavorare sul talento e trasformare gioielli purissimi diamanti ancora grezzi. Per ora il PSG è un cantiere ancora aperto e il tecnico, legato al club fino al 2027 ha appeso il classico cartello dei lavori in corso. Agli occhi della dirigenza è ancora l’uomo giusto al posto giusto, ma è inevitabile che il panorama presenti più di qualche zona grigia e opacità. E una eliminazione dalla Champions League potrebbe avere effetti inaspettati.
Nessuno ha chiesto al PSG di entrare fra le prime otto in Champions League, ma è evidente che non riuscire a passare neanche alla fase ai play off si tradurrebbe in un fallimento tecnico, rendendo la posizione di Luis Enrique quasi indifendibile. Il PSG non è stato costruito per vincere la Champions League, ma neanche per abbandonare immediatamente la competizione. In questo senso le prospettive sono limitare. Attualmente il PSG langue in 26esima posizione con appena quattro punti, insufficiente anche per proseguire anche attraverso le forche caudine dei play off. Allo status quo unico obiettivo realistico. A tre giornate dal termine, il PSG ha ancora il destino nelle proprie mani.
Affronterà in trasferta il Salisburgo, poi Manchester City e Stoccarda. Nove punti in palio, potrebbero bastarne 2/3 per evitare il dramma sportivo ma l’unico modo per togliersi ogni dubbio è centrare il filotto.
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