Non è mai troppo tardi per esplodere: lo sa bene Luciano da Rocha Neves, che a 27 anni sta vivendo un momento incredibile della propria carriera. Una grande speranza mai consacrata al Corinthians, quasi una comparsa al Grêmio, ma improvvisamente stella con la maglia del San Paolo, una delle migliori squadre del Brasileirão di quest’anno.
In un attacco che stava facendo i conti con l’esplosione del giovane Brenner, altra punta non particolarmente fisica ma letale negli ultimi metri, non ci si aspettava che potesse risorgere il talento di Luciano, che era arrivato senza particolari ambizioni a vestire la maglia Tricolor in questo 2020.
Ma nell’ultimo mese le sue reti sono state tante e soprattutto pesanti: ha già segnato, con 8 gol in 15 partite di campionato, più gol in un solo torneo di quanto avesse fatto in tutta la carriera, e siamo appena al girone d’andata. Ma le due doppiette consecutive contro Fortaleza nel Brasileirão e Flamengo in Copa do Brasil, hanno mostrato tutto quello che è il suo grande potenziale offensivo.
In particolare fa impressione la potenza del suo tiro, soprattutto perché non sembrerebbe a prima vista una caratteristica dominante di un calciatore con quel fisico, eppure le sue conclusioni sono dinamite pura. La sua forza principalmente è questa: saper trovare la porta e avere quella conclusione violenta che in ogni momento può indirizzare la partita, fatto fondamentale se si considera che ormai il sistema di gioco consolidato è quello con le due punte in un tandem con il citato Brenner, più tagliente e imprevedibile nei movimenti rispetto a lui.
Sarà che almeno in ambito nazionale tutto sembra girare bene per il San Paolo, nelle primissime posizioni in campionato e qualificato alle semifinali di Copa do Brasil, per quanto il cammino fuori dal Brasile sia stato segnato da due deludenti eliminazioni prima ai gironi di Copa Libertadores e poi al conseguente sedicesimo di finale di Copa Sudamericana.
Ma quei due schiaffi hanno dato una carica incredibile a una squadra in enorme salute, capace di lanciare giovani ma anche di riciclare calciatori a metà percorso che ancora avevano tanto da dire. Come nel caso di Luciano, l’attaccante che Corinthians e Grêmio non sono riuscite a valorizzare.
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