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Luan, Arthur e Ramiro: le tre stelle del Gremio campione pronte per l’Europa

Una coppa del valore della Libertadores mette sempre in vetrina calciatori pronti per il salto in Europa. Nel caso del Gremio neo campione i prospetti più interessanti sono tre: Luan, Arthur e Ramiro.

Luan è il più conosciuto e quello più appariscente. Ha colpi di alta classe e non ha tradito nella partita più importante della sua carriera. Un gol splendido su pallonetto al termine di una giocata fin troppo semplice tra le maglie avversarie nella finale di ritorno contro il Lanus, poi la doppietta sfiorata di pochissimo con una giocata praticamente identica. Numeri da grande giocatore, uno che gli occhi dell’Europa addosso ce li ha da tempo e che ha fatto il necessario e anche di più per giustificare queste credenziali ma che ora, a 24 anni, è quasi costretto a cercare una squadra nel Vecchio Continente. Probabilmente è stato il miglior calciatore di questa Copa Libertadores.

Ma attenzione ad Arthur. È il più giovane dei tre, è un 1996 e in questo 2017 è stato determinante per i successi del Gremio. Si parla già di nuovo Iniesta o Iniesta brasiliano. Paragoni sì pericolosi ma che lo hanno avvicinato proprio alla casa di Don Andrés, quel Barcellona a caccia di un erede del suo miglior centrocampista di sempre disposto a pagare forse anche l’intera clausola di 50 milioni per assicurarsi un talento del genere. Perché i numeri questo ragazzo ce li ha davvero: si sono visti anche nella doppia finale col Lanus e chissà che non arrivi a breve il suo momento in Europa. E se non sarà il Barça sarà l’Inter, che ieri aveva degli osservatori alla Fortaleza a monitorarlo.

E infine c’è Ramiro. Un altro ’93 come Luan. Meno estroso di lui, meno elegante rispetto a Arthur, ma più completo degli altri due. Ha tecnica, velocità, grinta e soprattutto senso della posizione. Nei tagli alle spalle della difesa è letale e legge con grande intelligenza gli sviluppi dell’azione. Fin troppo generoso, a volte anche troppo catturato dalla tensione della partita come nell’episodio dell’espulsione alla Fortaleza, ma utilissimo per qualsiasi squadra giochi con il 4-2-3-1. In una sua evoluzione europea potrebbe fare anche la mezzala o l’esterno nel tridente e non è un caso se tanti club ci hanno messo gli occhi, su tutti la Fiorentina.

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