L’era di Dick Advocaat prende vita definitivamente: la rinascita dell’Olanda è in atto verso un miracolo chiamato qualificazione. Gli Oranje battono un modesto Lussemburgo per 5-0 riacquistando morale in vista delle prossime sfide: con i 3 punti guadagnati, il secondo posto si avvicina e dista nuovamente 3 lunghezze. A capeggiare restano Francia e Svezia, ma Strootman e compagni provano a rientrare disperatamente in corsa in vista dei match più delicati della prossima stagione.
Advocaat, alla terza partita sulla panchina dell’Olanda, porta a casa un’altra vittoria e nuovamente per 5-0 dopo aver liquidato, con il medesivo risultato, la Costa d’Avorio in amichevole. Dopo il 2-1 inferto al Marocco, il nuovo tecnico sale a quota 3 successi per un gruppo che sta ritrovando voglia, grinta e movimenti che erano scomparsi sotto la gestione Blind.
Il “nuovo” allenatore si è affidato ai soliti interpreti mischiando giovani e anziani per dare equilibrio ad una rosa che era stata abbandonata al proprio destino. Il Lussemburgo è un avversario poco attendibile, ma i segni di ripresa si sono visti nonostante la modesta avversaria. Gli Oranje sono rimasti al comando della gara dal primo all’ultimo minuto, concedendo poco e attaccando per tutto il tempo a disposizione: Depay continua ad essere poco incisivo mentre Promes, nonostante tecnicamente non si avvicini al giocatore del Lione, trova, per l’ennesiva volta, la via del gol dimostrandosi essenziale per un attacco che manca di un leader. Janssen non è il punto di riferimento ideale per questa nazionale che lo lascia troppo al di fuori della manovra, tentando poco il cross dalle fasce. Lens, appesantito e artefice di qualche dribbling di troppo, non ha fornito il giusto apporto al compagno, mentre Robben si è dimostrato eccessivamente egoista, cercando con insistenza la via per il gol.
Il centrocampo si è mosso molto meglio con Strootman in cabina di regia coadiuvato da Sneijder e Wijnaldum autori entrambi di una realizzazione. L’ex Inter si è mosso perfettamente da trequartista regalando giocate e assist che mancavano da tempo. Il romanista invece è stato e perfetto in fase di interdizione, anche se gli ospiti hanno impensierito veramente poco il reparto arrestrato olandese. Anche la difesa chiude a reti inviolate e ha sorpreso molto l’organizzazione della linea che ha regalato movimenti precisi e ben oliati. Hoedt e De Vrij, grazie anche all’affiatamento trovato con la maglia della Lazio, concedono ben poco agli attaccanti che si affacciano raramente nelle zone di Cillessen. Blind e Veltman non premono con la giusta costanza sulle fasce restando troppo bassi anche durante le fasi d’attacco.
Complessivamente i punti fanno più comodo per una questione mentale e di morale: l’Olanda ha ancora tanto da migliorare, ma la strada intrapresa è quella giusta. La manovra resta a tratti macchinosa e lenta con palle perse, pericolose e banali. Si è notato un ottimo centrocampo e un Robben in forma, ma estremamente egoista e sprecone. L’attacco deve crescere sul lato dell’armonia: ancora troppe prime donne e poca considerazione dei singoli (Janssen l’esempio più lampate: l’attaccante è statao cercato pochissimo dal reparto). La vittoria della Svezia sulla Francia riapre clamorosamente la qualificazione e avvicina gli Oranje al secondo posto: sono 3 i punti che varrebbero lo spareggio per volare in Russia. Le sfide future saranno di tutt’altro livello e ci aspettiamo una compagine grintosa e pronta a tagliare, passo dopo passo, un traguardo che molti hanno dato per impossibile. Quello che abbiamo potuto impare dall’Eredivisie è che non si può dare per morto nessun fin quando c’è speranza e l’Olanda lo sta dimostrando in un Gruppo A ancora orfano di un grande leader.
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