Mancava solo la matematica e alla fine è arrivata anche quella. Con tre turni di anticipo lo Zenit è per il secondo anno consecutivo campione ed è stato un dominio assoluto. Troppa la superiorità con il resto della concorrenza e i quindici punti di vantaggio sulla Lokomotiv seconda sono a testimonianza della cavalcata trionfale dei ragazzi di Semak. Una squadra ricchissima di talento e che ha avuto quel Malcom, vero pezzo pregiato del mercato estivo, soltanto nella fase post Coronavirus. Il brasiliano però è stato in grado di rifarsi in questa anomala seconda parte giocando bene e segnando diverse reti, compreso il sinistro capolavoro all’incrocio dei pali nella festa con il Sochi. L’attacco è stato ampiamente il migliore dell’intero torneo e le cinquantotto marcature totali superano di ben quattordici quelle del Rostov secondo. Le sedici reti di Dzyuba e le quattordici di Azmoun fanno sì che i due siano anche i migliori bomber della Prem’er Liga e in queste ultime tre giornate potrebbe partire una sfida nella sfida. Comunque andrà a finire il vero simbolo di questa annata è stato però il gigante russo. A gennaio 2018 era stato mandato in prestito all’Arsenal, e a Tula ha ritrovato stimoli e gol e dopo il grande Mondiale è diventato uno dei migliori giocatori del campionato. Potenza fisica abbinata a corsa, dribbling e grande generosità, perché i dodici assist lo rendono il migliore anche in questa classifica.
L’iraniano ha invece alternato grandi partite, ad altre meno convincenti, ma la sua classe è sotto gli occhi di tutti e chissà se i grandi campionati europei stanno pensando a lui.
Se l’attacco è stato dominante non si può non citare anche la grandissima solidità difensiva. Quindici gol subiti rappresentano anche in questo caso il migliore della Prem’er Liga e, nonostante l’età, Capitan Ivanović ha continuato a essere splendido leader della retroguardia. Molto bene anche Lunev tra i pali, nonostante un infortunio che l’ha bloccata per qualche periodo, ma il sempre verde Kerzhakov si è rivelato un secondo affidabile. Il centrocampo ha avuto in Wílmar Barrios il perfetto uomo presente ovunque e Ozdoev un saggio e sapiente regista.
In panchina Semak si rivela ancora tecnico preparato e con le idee molto chiare e in questa stagione si è visto anche diversi sprazzi di bel calcio. La delusione europea ha macchiato sicuramente la stagione e il non aver mai battuto la Lokomotiv deve far riflettere per effettuare il definitivo salto di qualità negli scontri diretti, ma nella prossima Champions lo Zenit sarà ancora testa di serie.
Ora però non è tempo di pensare a questo, ma si deve solo pensare alla festa per il sesto campionato vinto nella storia dei Zenitchiki.