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Lo strano caso di Doctor Cathro e Mister Levine

“Facendo uscire sempre più spesso da me Hyde, la sua natura si rafforzava. Capii che se avessi continuato sarei divenuto lui in maniera permanente, e che si trattava di scegliere in termini definitivi.” Recita così Robert Louis Stevenson nella sua opera più famosa “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde. L’analisi stevensoniana parte dalla constatazione di una conflittualità fra due dimensioni che riconosce come l’uomo non sia unico bensì duplice. Il racconto è una parabola del male, ciò che emerge è che nell’essere umano vi sono due differenti nature, due tendenze comportamentali (o personalità), una volta al bene, l’altra al male assoluto, che, continuamente in contrasto fra di loro, tentano di prendere il dominio dell’individuo.
La metafora è ben lungi dal poter essere trasposta nell’episodio che vi vogliamo raccontare ma esplica bene il concetto di conflitto fra i personaggi in questione.

Per chi si fosse perso il match di sabato fra Aberdeen e Hearts la telecamere della tv nazionale scozzese hanno più volte inquadrato la tribuna poco sopra le panchine del Pittodrie. Il perché di tale interesse è scaturito dalla presenza dell’allenatore in seconda dei “maroon” Jon Daly intento in una discussione con il direttore sportivo Craig Levine. Quando Daly è sceso dagli spalti per parlare all’orecchio del collega allenatore Ian Cathro, è parso subito chiaro che lo scambio di opinioni di poco prima in tribuna fosse più che un semplice pour parler. La reazione riguardo alla vicenda è stata subito presa di petto dai media scozzesi, rendendo noto ai più che, a quelle latitudini, è più grande l’amore verso i pettegolezzi del calcio che il calcio stesso. Ciò che Levine ha voluto riferire al proprio staff avrebbe potuto essere un incipit tattico, un consiglio tecnico ma a nessuno è interessato. Il messaggio che l’episodio ha passato ai tifosi è stato “Levine sta dicendo a Cathro cosa fare!”. Ricordiamo a chi non lo sapesse che Ian Cathro ha 30 anni (il manager più giovane nella storia della Scottish Premiership), non ha mai giocato a calcio da professionista e che è alla prima panchina come capo allenatore. Detto ciò, quanto successo al Pittodrie, potrebbe non sembrare affatto qualcosa di così scandaloso. Levine, in fondo, è stato per 14 anni una colonna portante della difesa degli Hearts ed è stato anche ct della nazionale scozzese. Ma prendete ad esempio un capo o un responsabile d’azienda: a volte impone il da farsi, a volte da dalle indicazioni su come fare una determinata cosa. Gli ordini si eseguono, le indicazioni possono essere utile per espletare al meglio il compito ma non vanno prese come sentenze definitive. Se Levine avesse suggerito le tattiche o i cambi allora ci sarebbe un problema di fondo molto serio al Midlothian. Non sapendo con certezza se questo è il caso, si tende a passare alle considerazioni finali senza prove tangibili ed inconfutabili. L’esperienza di Levine, come detto, va quanto meno ritenuta opportuna e, se sommiamo il fatto che da una posizione più elevata dello stadio si ha una panoramica migliore sull’andamento della partita, viene da pensare: perché mai Cathro non avrebbe voluto sentire l’opinione del suo direttore sportivo?

Cercando di tirare le somme di questo argomento piuttosto contorto e di difficile interpretazione non possiamo non sottolineare come l’”hype” nato dopo questo siparietto al Pittodrie arrivi nel momento più difficile della stagione degli Hearts. Gli scarsi risultati e l’involuzione del gioco dei Jambos non possono che essere micce nell’arsenale di giornalisti d’assalto e tifosi malcontenti. Ian avrebbe potuto smentire o confermare tutto quanto durante la conferenza stampa post-partita ma così non è stato e il tutto è diventato subito un caso mediatico. L’allenatore si è limitato ad affermare che l’ultima parola è sempre la sua e che le decisioni spettano a lui e lui soltanto. L’inesperienza e la ancor poca predisposizione agli artigli affilati dei media hanno tirato un brutto scherzo al Dottor Cathro. Ma siamo così sicuri che la “malvagità” di Mister Levine non sia altro che una mera forma di aiuto nei confronti del suo giovane allenatore? Speriamo di avere il tempo per saperne di più.

Jacopo Bravi

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