In Inghilterra negli anni 90 non c’era nessuna persona più influente di Sir Alex Ferguson. Il suo Manchester United ha scritto la storia del calcio inglese, diventando una delle squadre più vincenti e tifate in tutto il mondo. Ma per l’allenatore l’unico obiettivo era quello spezzare il predominio del Liverpool, il club che aveva dominato fino a quel momento.
Nessuna rivalità era sentita come quella contro i Reds: fino ad allora la squadra del Merseyside era stata una delle più vincenti in Europa, grazie a grandi giocatori e manager diventati quasi dei miti. Neanche l’Arsenal, che in quegli anni gettava le basi per diventare “Invincibile”, era investito dall’aura dorata che accompagnava il Liverpool praticamente ovunque. Oltre ai trofei, ai campioni transitati dalle parti di Old Trafford e alle vittorie che hanno consegnato lo United alla storia, la più grande soddisfazione di Sir Alex Ferguson è stata quella di “buttare il Liverpool giù dal piedistallo”, come dichiarato in una curiosa intervista al Guardian.
L’immagine rende davvero molto bene la situazione che si viveva in quegli anni: la corsa dei Red Devils era prima di tutto contro l’ingombrante squadra della città vicina e l’unico modo per stabilire davvero la supremazia era superarli nel numero di titoli vinti, un’impresa che il mitico Sir Alex porterà a compimento con grandissimo successo. Tuttavia ad aiutare lo United nella sua ascesa fu lo stesso Liverpool che proprio in quel periodo stava vivendo una delle pagine più buie della sua storia più recente, con la triste strage di Hillsborough che dal 1989 in poi destabilizzò completamente i Reds.
96 tifosi persero la vita in quello stadio e per tre anni nel Merseyside regnò la devastazione più totale: i giocatori erano talmente sconvolti che nelle stagioni successive alla tragedia la squadra sembrava girare con il pilota automatico, senza la grinta che l’aveva da sempre contraddistinta. Kenny Dalglish, l’allenatore dei Reds al tempo, fu lo specchio perfetto per riflettere la situazione che si viveva ogni giorno all’interno dello spogliatoio. Partecipò ai funerali, restò a lungo al financo delle famiglie delle vittime e per oltre 20 anni si rifiutò di parlare di ciò che era successo. Tutto questo inevitabilmente intaccò il meccanismo perfetto che aveva portato il Liverpool a vincere praticamente ogni cosa, lasciando campo libero al Manchester United.
Sir Alex Ferguson era riuscito a compiere l’impresa più sognata di tutte: in quelle circostanze gli bastò davvero poco per buttare i rivali giù dal trespolo che nel frattempo con l’arrivo in panchina di Graeme Souness avevano tentato di ricostruire senza successo la squadra degli anni d’oro, fallendo miseramente con acquisti del calibro di Paul Stewart dal Tottenham, considerato ancora oggi uno dei più grandi flop del mercato dei Reds. Anche nel declino al Liverpool non è mai mancato un pizzico di orgoglio e così, piuttosto che darla vinta a Ferguson, hanno preferito abbandonare da soli il piedistallo dal quale avevano regnato per tantissime stagioni.