Uno spettacolo migliore non si poteva chiedere al campo di Wembley. Ma d’altronde gli incontri fra le due migliori squadre d’Europa rischiano di essere ogni volta più spettacolari. Manchester City e Liverpool si erano lasciati appena sei giorni fa con il pareggio che ha mantenuto invariati gli equilibri in Premier League ma che aveva mosso tante critiche verso Jurgen Klopp e i suoi ragazzi, apparsi spenti nella partita che avrebbe dovuto decidere le sorti del campionato.
Appena una settimana più tardi il tedesco ha rispedito tutto al mittente portando i Reds a giocarsi finale di FA Cup dieci anni dopo l’ultima volta. E lo ha fatto alla sua maniera: la parola d’ordine per il Liverpool è stata “gegenpressing”, la filosofia sulla quale sono stati costruiti tutti i successi dell’era moderna, dalla Champions alla storica Premier. E rispetto alla partita giocata in campionato questa volta ilo Manchester City ha deciso di non spingere fino in fondo l’acceleratore, il primo di una serie di errori che hanno caratterizzato tutto il primo tempo di Pep Guardiola. Nel 3-2 finale c’è una netta spaccatura fra le due squadre, con il Liverpool che fino all’intervallo ha giocato una partita da manuale del calcio.
Il primo gol è un’espressione di potenza di Konate, alla terza rete consecutiva da titolare dopo quelle fra andata e ritorno con il Benfica. Lo stacco di testa sul corner di Robertson è il primo di tanti colpi di scena guidati specialmente dal maestro Luis Diaz, a secco di gol ma non di spettacolo: l’anarchia del colombiano è stata criptonite per il gioco del City, apparso lento e anche prevedibile nella sua manovra. Ma è il secondo gol dei Reds a far spalancare la bocca, perché tutto parte da un errore senza precedenti di Steffen che, forse per imitare la costruzione sulla linea di porta di Ederson, si perde completamente il pallone e se lo ritrova direttamente in porta con Mane che poi non ci pensa due volte a sigillare la sua tripletta con una botta pericolosa dalla distanza.
Mané 𝙥𝙤𝙪𝙣𝙘𝙚𝙨 ⚡️#EmiratesFACup pic.twitter.com/IKGpGAApkn
— Emirates FA Cup (@EmiratesFACup) April 16, 2022
Ma il racconto di un solo tempo non basta, perché i tre gol subiti svegliano inevitabilmente il Manchester City. Grealish torna in campo carico più che mai e accorcia subito le distanze, ma sono i minuti finali a regalarci un epilogo sconsigliato ai deboli di cuore. Dalla collaborazione fra Mahrez e Bernardo Silva nasce la rete del 2-3 e nei minuti di recupero i Citizens fiorano più volte il clamoroso 3-3 approfittando di un finale piuttosto confuso.
Alla fine però passa il Liverpool che al netto degli errori commessi nella ripresa è riuscito a disegnare calcio appoggiandosi alle geometrie di Thiago Alcantara, elegante e preciso come un chirurgo in mezzo al campo. Dall’altra parte invece si è fatta sentire tanto l’assenza del faro Kevin De Bruyne, l’unico in grado di portare luce e ordine a un centrocampo che questa volta non ha contribuito come al solito. Con qualche brivido il Liverpool conquista la finale della FA Cup, un trofeo che manca in bacheca del 2006. Ma in ogni caso è stato ancora una volta lo spettacolo tra i due migliori maestri del nostro calcio, il continuo di una rivalità che adesso si sposterà tra campionato e Champions League.