Durante una guerra viene difficile pensare al calcio e a qualsiasi tematica gioiosa. Il dolore di un popolo, la perdita di migliaia di persone per una sera hanno però potuto essere accantonate e dimenticate. Il 2007 per l’Iraq non iniziò nel migliore dei modi dopo che Bush aumentò di ventimila soldati la presenza americana. Quell’anno però si sarebbe disputata la Coppa d’Asia, torneo dove i “Leoni della Mesopotamia” erano presenti.
La squadra guidata dal brasiliano Jorvan Vieira non era assolutamente tra le favorite e già il girone iniziale sembrava essere una chimera. La fortissima Australia, una delle squadre di casa come la Thailandia e l’insidioso Oman non davano grandi speranze per il futuro. Il 7 luglio l’Iraq a Bangkok aprì il torneo contro i padroni di casa e dopo un inizio difficile con il vantaggio su rigore di Suksomkit fu Younis Mahmoud a realizzare il preziosissimo punto che dava qualche chance. Il capolavoro avvenne cinque giorni dopo quando i mediorientali compirono un vero e proprio miracolo contro l’Australia. Il dominio della squadra di Vieira fu netto e, dopo il vantaggio di Akram, l’unico momento di sbandamento fu il pareggio a inizio ripresa di Viduka prontamente dimenticato e rimediato. Mohammed e Jassim riportarono gli iracheni in vantaggio e con il 3-1 finale il passaggio del turno era cosa fatta. Lo 0-0 contro l’Oman spalancò le porte dei quarti di finale come capolista e il Vietnam non sembrava essere un ostacolo insormontabile. A salire in cattedra ci fu ancora una volta il numero dieci Younis Mahmoud che con un gol per tempo bucò la porta di Hong Son Duong.
In semifinale l’Iraq dovette per la prima volta abbandonare la Thailandia passando in Malesia a Kuala Lumpur dove avrebbe affrontato la Corea del Sud. La possibilità di qualificazioni erano poche ma Vieira studiò bene la partita e i più quotati sudcoreani vennero intrappolati nella rete irachena e la sfida si protrasse fino ai calci di rigore. I primi tre rigori vennero realizzati da entrambe le squadre ma a diventare l’eroe di giornata fu il portiere Noor Al-Bairawi che parò il tiro di Ki-Hun Yeom e ora la finale era a un passo. Ahmed Menajed segnò il 4-3 e tutto era nelle mani di Jung-Woo Kim ma il destro del centravanti fu troppo largo e la palla sbattè sul palo mandando in estasi un popolo che si riversò nelle piazze finalmente per gioire. L’Iraq era in finale contro quell’Arabia Saudita alleata degli Stati Uniti che da anni stavano rendendo durissima la vita a Baghdad e dintorni. E questa volta Vieira non attese, non poteva restare a guardare che i rivali facessero il gioco e i “Leoni della Mesopotamia” dominarono la sfida in lungo e in largo. Al Mosailem salvò più volte i suoi mantenendo in vita l’Arabia Saudita ma fu proprio un suo errore a costare caro. La sua sbagliata uscita permise a Younis Mahmoud di staccare di testa e realizzare l’1-0 che fece esplodere di gioia gli iracheni. Mancava un quarto d’ora, ma al posto di restare in difesa e difendere il risultato l’Iraq cercò di raddoppiare ma ormai la festa era pronta. Quando l’australiano Mark Shield fischiò la fine a Jakarta iniziò la festa, ma soprattutto le scene di gioia per le vie di Baghdad furono meravigliose. Per una notte l’Iraq aveva dimenticato la guerra e le sue atrocità e potè alzare nel cielo indonesiano la sua prima storica Coppa d’Asia.
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