Se la Red Bull (Arena) ti mette le ali, il Lipsia ha cominciato la sua campagna europea col piglio della deb intenta a fare il colpaccio dinanzi ad una delle semifinaliste dello scorso anno. La prima storica volta nella massima competizione europea è stata accompagnata da un pari, per 1-1, con rete di uno degli uomini copertina della rosa di Hasenhuttl (lo svedese Forsberg) e qualche rimpianto per le tante chances non concretizzate (tante di Werner, una di Augustin).
Primo tempo – Pare che il Monaco di Jardim abbia accettato sornione il ruolo di sparring partner, ritirandosi e pungendo a tratti, dimostrando però contemporaneamente grande elasticità. Particolarmente creativo si è visto Adama Diakhaby, 21enne che ha preso il posto di Mbappé nello scacchiere monegasco e spera di far lo stesso pure nella prossima finestra di calciomercato. Jardim era privo di Subasic per un problema alla caviglia (in campo Benaglio, arrivato dal Wolfsburg) e ha dovuto rinunciare pure a Thomas Lemar proponendo un 4-4-2 compatto. Non è da meno Hasenhuttl, avendo dovuto ridisegnare la sua creatura senza Naby Keita (fermato da un problema all’adduttore e sostituito da Stefam Ilsanker). Tuttavia, lo spettacolo è andato avanti pure senza i sopracitati protagonisti e il RasenBallsport si appoggiava alle folate di un Timo Werner in forma. Ben presto il tedesco troverà la sua sistemazione, veleggiando tra le maglie di quello che stava diventando un 4-5-1 avversario. La fase di studio perdurata per un buon quarto d’ora lascerà spazio alla marea: Werner e Forsberg hanno deciso di premere sul pedale dell’acceleratore, ma la prima chance del match è capitata sulla testa di Falcao neutralizzato da Benaglio in presa bassa. Tuttavia, Jardim avrebbe trovato una falla sulla corsia destra del Leipzig (che inizialmente ha risposto colpo su colpo, con una sponda di Poulsen per Werner che non è riuscito però a farsi trovar pronto all’appuntamento col gol). Mentre il portoghese passeggiava nervosamente, vedendo che il Monaco non era il suo Monaco e quell’aggettivo possessivo prima del nome vuol dire tanto: ad un tratto infatti ecco il destro di Emil Forsberg a battere Benaglio segnando il primo storico gol in Champions del Lipsia (31′). Una grande azione, in soldoni, finalizzata dal talento più cristallino della rosa tedesca: da notare però come sia stato Jemerson a tener in gioco l’ex Malmoe. Poco importa, perché se fino ad ora lo spettacolo era ben rado ecco che nel giro di poco si concentrerà: tre giri di lancette dopo, un traversone di Almamy Touré ha trovato lo stacco imperioso di Kiakhaby a far da torre per Youri Tielemans. Magia finita, pari monegasco, botta e risposta immediata. Non accadrà altro fino al duplice fischio.
Secondo tempo – Monaco all’assalto, ospite improprio di una Red Bull Arena così rovente ed esaltata: il gioco era spezzettato e le trame andavano a rilento, prima che Timo Werner controllasse col petto e lasciasse partire un diagonale terminato a lato di poco. Grande occasione, segno di come il RB stesse preparando il terreno per l’uragano: al 62′ ecco il tuono manifestatosi con una rete di Poulsen, ma l’arbitro inglese Oliver ha annullato tutto per fuorigioco. E il boato, del pubblico sugli spalti, a testimonianza di come la decisione non sia stata condivisa pienamente. La prima mossa di Hasenhuttl si chiamava Kevin Kampl, si restava al 4-4-2 ma non c’era più in campo Forsberg. Senza il numero 10, il Lipsia ha utilizzato maggiormente il raziocinio rispetto all’innatismo: scelta interessante, perché la voglia di tener palla prevaleva sul giocarla immediatamente rischiando di sbagliare. E infatti è stato ancora il Monaco a collezionare chances, specie con Diakhaby ad alzar la mira, prima che Keita Baldé firmasse il suo esordio subentrando proprio all’ex Rennes. La stanchezza si è fatta sentire, i due schieramenti si sono allungati, ancora Werner non è riuscito a capitalizzare una buona chance. C’è stata gloria pure per Augustin, dentro per Poulsen e subito autore di un destro che con la sua potenza ha chiamato Benaglio alla deviazione, poi Jardim ha mandato sul terreno di gioco pure Rachid Ghezzal. Tutto era avviato alla conclusione, pur con Carrillo a rilevare Falcao, e il triplice fischio di Oliver ha decretato il calar della notte nel cielo sopra Lipsia. Andranno a dormire tutti felici, stanotte, sia tedeschi che francesi. In fondo, è stata la prima sera in cui l’inno della Champions è risuonato nella RB Arena…
Il tabellino:
Lipsia (4-4-2): Gulacsi; Klostermann, Orban, Upamecano, Halstenberg; Sabitzer, Demme, Ilsanker, Forsberg (dal 63′ Kampl); Poulsen (dall’80’ Augustin), Werner. All: Hasenhuttl
Monaco (4-4-2): Benaglio; Touré, Glik, Jemerson, Jorge; Sidibé (dall’84’ Ghezzal), Fabinho, Moutinho, Tielemans; Diakhaby (dal 74′ Keita), Falcao (dall’89’ Carrillo). All: Jardim
Reti: 33′ Forsberg, 34′ Tielemans. Ammoniti: Demme, Halstenberg (L), Tielemans, Sidibé, Jemerson (M). Arbitro: Oliver (Inghilterra)
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