Chi di rimonta ha perito, di rimonta ferisce. Non era proprio così, ma tant’è. Il Lione torna sulla retta via dopo l’incredibile sconfitta contro il Lille e acciuffa il delicato scontro diretto del Louis II con una prova di carattere. Tutti gli indizi facevano dell’OL la grande decaduta della fase finale di questa Ligue 1: sotto di un gol, prima, e, successivamente, in 10 contro 11 ha più volte rischiato il tracollo morale prima del colpo di reni firmato dal giovanissimo Cherki.
L’assenza di Slimani costringe Rudi Garcia a schierare la difesa a tre con De Sciglio elemento di raccordo tra i centrali e la fascia sinistra occupata da Cornet. Depay affianca Toko-Ekambi nel duo di attacco. Il Monaco risponde con un altro 3-4-1-2 con Fabregas che ha vinto il ballottaggio con Pellegri per affiancare il magic duo Ben Yedder-Volland. Il primo tempo, per quanto ritmato e caratterizzato dal vantaggio di Volland e qualche signora occasione per il Lione (vedi tiro alto di Dubois in ripartenza), non regge minimamente il confronto con una ripresa viva e degna di un finale di campionato come si deve.
Le squadre sono da subito risultate lunghe e proprio da una situazione analoga era arrivato anche il gol di Volland. Caio Henrique e Ben Yedder dialogano bene e il capitano monegasco tocca in profondità per l’ex Bayer che segna sul primo palo scappando alle spalle dell’infortunato Denayer. A inizio ripresa, questa situazione tattica si esaspera a tal punto da vedere prima Fofana sfiorare il gol del raddoppio in spaccata e, nel ribaltamento di fronte, Depay puntare la difesa del Monaco e segnare il gol del pareggio da fuori area con una deviazione. Nessuna esultanza, concentrazione a mille e copione tutto da scrivere per l’olandese.
L’ex Manchester United prende per mano una squadra spenta e senza vitalità spronandola con un paio di assoli niente male. Un ballo sulla difesa di Kovac al limite lo vede stringere sul primo palo un tiro interessante, che finisce out di un soffio. Anche Cornet vive dei servigi del numero dieci del Lione, ma Lecomte è più lesto e chiude. L’espulsione di Caqueret rigetta nello sconforto l’OL che rischia di restare in nove per un fallo praticamente identico di Toko-Ekambi.
Rudi Garcia sembra aver letto il copione in anticipo e schiera Aouar a 15′ dalla fine. Il classe ’98 si guadagna con piglio una punizione sulla destra. Depay è chirurgico, Marcelo salta più alto che può e il Lione torna in pista quando tutto sembrava perduto. Risulta praticamente impossibile non raccontare Monaco-Lione in ordine cronologico perché ogni avvenimento è sembrato concatenato con il precedente e il successivo: così, un’uscita apparentemente innocua di Anthony Lopes cambia ancora le carte in tavola. Consulto VAR d’obbligo: Lopes prende Pellegri e non il pallone. Rigore per il Monaco, cucchiaio di Ben Yedder, 2-2 a cinque dalla fine e Lione a -4 dal Monaco terzo e praticamente fuori dal podio.
Finita? Non scherziamo. L’ingresso di Cherki non è mai un avvenimento banale. Pur avendo solo 17 anni, sa giocare partite ad alta tensione e sfrutta l’occasione al meglio. Bruno Guimaraes vede De Sciglio con una grande visione periferica. L’ex Juve e Milan è intelligente nel cross basso all’indietro e Cherki apre il piattone e la festa del Lione. 3-2 incredibile, lotta al podio riaperta e Monaco che torna a perdere dopo due mesi e a perdere in casa dopo cinque. La Ligue 1 resta aperta fino in fondo e le ultime tre saranno meravigliose.
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