Con la finale di Coppa di Francia, è ufficialmente calato il sipario in terra transalpina. In attesa che gli stadi riaprano i battenti per ospitare le 24 nazionali qualificate alla Kermesse continentale, riavvolgiamo il nastro e vediamo come è andata la stagione nella terra di Napoleone, Gauguin ed Edith Piaf.
Ormai non fa più notizia, anche perché il titolo è arrivato con ben otto giornate d’anticipo: il PSG trova il suo sesto titolo (quarto consecutivo) e il secondo “poker” consecutivo, grazie ai trionfi in finale di Coupe de la Ligue (2-1 al Lilla, ndr), di Coupe de France (4-2 al Marsiglia, ndr) e nel Trophée des champions (2-0 al Lione allo stadio Saputo di Montreal). 96 punti complessivi (record di sempre) spartiti equamente fra casa e trasferta (48, record assoluto fuori dalle mure amiche) con ben 30 vittorie (record assoluto, con le 15 esterne che costituiscono un altro record), 6 pareggi, 2 sole sconfitte e ben 102 gol fatti e 19 gol subiti, che hanno regalato l’incredibile scarto di 31 punti con il Lione secondo classificato. Inoltre se aggiungiamo al tutto le ben 30 giornate consecutive senza sconfitte (27 considerando la sola stagione 2015-2016) capiamo che forse che, salvo imprevisti, non ce ne sarà più per nessuno in Francia per un bel po’. Fuori dai confini nazionali c’è stato qualche intoppo e il cammino si è concluso, come nelle ultime 3 stagioni, ai quarti di finale di Champions League per mano del Manchester City, non senza alcune polemiche. In estate lo sceicco proverà a rinforzare ulteriormente la squadra cercando finalmente di poter ambire alla “Coppa delle Grandi Orecchie”. In primis c’è da rivolvere il rebus Ibrahimovic: chi sarà il suo erede? Con lo svedese in uscita (capocannoniere stagionale con 38 reti) resta da capire se il posto di centravanti verrà occupato da Cavani oppure si tenterà l’assalto a qualche altro centravanti europeo (Higuain?).
Un autentico miracolo quello compiuto in Costa Azzurra da Claude Puel. A maggior ragione se pensiamo che il miglior acquisto estivo è stato lo svincolato Hatem Ben Arfa, criticato e ormai dato per finito. L’Ex Marsiglia e Newcastle ha saputo zittire le critiche e, realizzando ben 17 reti e 6 assist, ha trascinato la squadra verso un insperato quarto posto con 63 punti, a due lunghezze dalla zona Champions. Deleterio sarebbe non menzionare il compagno di reparto Valère Germain, arrivato in prestito dal Monaco e autore di 14 reti e 6 assist: un asse terrificante che ha portato Les Aiglons ad esser il terzo attacco del torneo (58 reti messe a segno). Fondamentali anche in difesa (quinta migliore con 41 gol subiti) il Portiere 22enne Yoan Cardinale, i terzini Ricardo Pereira e Jeremy Pied e i centrali Paul Baysse e Maxime Le Marchand. A centrocampo un terzetto che fa 67 anni insieme: Nampays Mendy, Jean Michael Seri e Vincent Koziello, già cercato da diversi top club europei. Menzione anche per Alassane Pléa, infortunato per 4 mesi ma utilissimo una volta rientrato nel finale di stagione. In estate siamo certi che le offerte non mancheranno: starà al presidente Jean-Pierre Rivère decidere se provare o meno ad entrare definitivamente in pianta stabile fra le prime 5 di Francia, con l’aggiunta di un’Europa League che può dare parecchi stimoli.
DELUSIONE: MARSIGLIA
Un destino già scritto, forse. Fin dalla prima giornata avevamo capito che non sarebbe stata un’annata facile per i Focesi. La sconfitta casalinga all’esordio contro il Caen e le dimissioni immediate di Marcelo Bielsa hanno tirato a galla tutti i limiti di una dirigenza debole e totalmente disorganizzata, con la vedova Margarita-Louis-Dreyfus che ha annunciato qualche settimana fa di voler vendere il club. In estate le partenze di Gignac, Payet, Thauvin (poi tornato in prestito in inverno), Lemina e Imbula hanno alterato gli animi di tutti i tifosi marsigliesi, dopo una splendida stagione che li ha visti per diverse giornate in vetta alla classifica. Gli arrivi di Rolando, Rekik, Lassana Diarra, Abou Diaby, il prestito in inverno di Steven Fletcher e gli avvicendamenti in panchina con Michel e Frank Passi non sono serviti a molto: il campionato è disastroso, con sole 10 vittorie (4 totali nel girone di ritorno), 18 pareggi e 10 sconfitte che proiettano l’OM a un tutt’altro che invidiabile 13° posto in classifica (la matematica salvezza è raggiunta soltanto nelle ultime giornate). In Europa le cose sono andate un pochino meglio, con l’eliminazione ai sedicesimi di Europa League per mano dell’Athletic Bilbao. Unica consolazione è forse la finale di Coppa di Francia (sconfitta per 4-2 contro il PSG). In attesa di conoscere il futoro, il presente è tutt’altro che roseo.
TOP PLAYER: ZLATAN IBRAHIMOVIC
Non esisteva miglior modo per salutare Parigi: Ibrahimovic se n’è andato da re, così come era stato accolto quasi 4 anni fa. 38 gol in 31 partite, a cui si aggiungono 7 gol in Coppa di Francia e 5 in Champions per un totale di 50 reti, che gli regalano il terzo titolo di Capocannoniere della Ligue 1. Lascia da miglior marcatore della storia del PSG (156 gol in 180 partite), con 12 trofei in bacheca. Peccato che ancora per la Champions League, dove è scomparso nel momento decisivo (chiedere a Joe Hart). Aspettando ciò che gli riserverà il futuro, mancherà ai tifosi parigini. Un po’ meno a quelli delle altre squadre.
IL GIOVANE: OUSMANE DEMBELE
I 15 milioni spesi dal Borussia Dortmund per assicurarselo forse non rendono, ma vi assicuriamo che questo ragazzo ha tutto per poter sfondare nel calcio che conta. Cresciuto nelle giovanili del Rennes, ha esordito in Ligue 1 lo scorso 22 novembre scorso segnando immediatamente nel 2-2 casalingo contro il Bordeaux. Da quel giorno il campo non l’ha più lasciato, continuando ad incantare e aiutando il Rennes ad inseguire un piazzamento europeo poi sfumato nelle ultime giornate. A fine stagione le presenze sono 26, contornate da 12 reti e 5 assist. Su tutte la tripletta nel derby contro il Nantes che, con i suoi 18 anni, lo porterà a battere il precedente record di “Più giovane marcatore di una tripletta” appartenuto a Jeremy Menez. Non altissimo (177 cm)e dotato di grandissima tecnica e velocità (movenze che lo rendono quel tipo di giocare alla Raheem Sterling, a cui piace spaccare le difese avversarie grazie alle propri doti atletiche), ha aperto un’asta fra i migliori club europei che ha visto prevalere i Gialloneri di Germania, che non vedono l’ora di abbinare la sua tecnica allo scacchiere di Thomas Tuchel. Sperando che si riveli per lui (e per la nazionale francese) la scelta più giusta.
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