Un anno di purgatorio prima di tornare in Paradiso. Il destino sorride al Getafe che 365 giorni dopo la retrocessione in Segunda Division torna nella Liga, quella stessa Liga persa quasi in maniera beffarda nella scorsa stagione con una retrocessione per appena tre punti. Il riscatto è arrivato, e l’artefice di questa promozione ha un nome: Pepe Bordalas.
Se si volesse azzardare un paragone un po’ il Beppe Iachini spagnolo, Bordalas è uno che sa come si vince la Segunda Division e l’anno scorso ha portato in Liga l’Alaves che quest’anno è riuscito ad arrivare sino in finale di Copa del Rey contro il Barcellona.
Bordalas ha fatto una cosa non semplice a settembre quando ha preso il posto di Juan Esnaider, ha tenuto lo spogliatoio unito dopo un inizio da incubo che vedeva il Getafe al 21° posto in classifica dopo sette giornate. La risalita è iniziata con una serie di risultati utili da record: 15 in 16 partite, in mezzo solo il tonfo contro il Gimnastic de Tarragona.
Dal penultimo posto alla settima giornata fino al terzo posto, riconquistato in 11 giornate: da quel momento il Getafe non è più uscito dalla zona play off, sfiorando anche la promozione diretta sfumata per due sconfitte (contro Siviglia Atletico e Real Valladolid) nelle ultime cinque giornate.
Alla fine, però, il ritorno in Liga è arrivato superando dei play off tutt’altro che semplici. Contro l’Huesca in semifinale è servito un rotondo successo nella gara di ritorno, ancora più rocambolesca la finale. Sconfitta all’andata in casa del Tenerife davanti a più di 20 mila persona, ritorno al Coliseum Alfonso Perez dove il Getafe ha fatto la differenza trascinato da quel Dani Pacheco – tre gol nei play off di cui due nella finale di ritorno – che negli anni è stato scartato da Barcellona prima e Liverpool poi. Un riscatto personale che magari avrà notato anche il Real Betis, club che detiene il cartellino visto che Pacheco si trova a Getafe solo in prestito.
Ma non è stato il solo Pacheco il protagonista di questo Getafe, una squadra dove hanno trovato riscatto quelli che venivano considerati degli “scarti” come Alejandro Faurlin. Meteora del Palermo, Faurlin ha ritrovato la fiducia in se stesso grazie a Pepe Bordalan, diventando imprescindibile a centrocampo e mettendo a segno 4 gol in stagione. L’autentico leader, però, porta il nome di Jorge Molina: una seconda primavera a 35 anni, 22 gol tra regular season e play off. Una macchina da gol che ha messo in ombra anche Scepovic, arrivato dal Celtic ma rivelatosi un flop con appena tre gol messi a segno.
Adesso il ritorno in Liga, il Getafe sa di avere delle basi solide attorno alle quali costruire una squadra che possa dire la sua nella lotta salvezza, come sempre entusiasmante nel campionato spagnolo. Madrid, così, tornerà ad avere quattro squadre nella massima serie. Bentornato Getafe!
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