Il 2020 è appena iniziato eppure Real e Atlético Madrid si affrontano già per la seconda volta. Il derby torna a Madrid dopo la parentesi in Arabia Saudita che oltre ad assegnare la Supercoppa alla squadra di Zidane, ha lasciato un segno indelebile sulla stagione dell’Atleti.
Come se fosse il vero turning point della stagione dei Colchoneros, così vicini alla svolta, ma condannati a rientrare rapidamente nel buio della crisi. La vittoria contro il Barcellona con una splendida rimonta nella semifinale di Gedda aveva fatto presagire che Simeone aveva rimesso le cose al proprio posto, trasferendo la sua anima anche a un gruppo profondamente mutato rispetto agli anni di gloria.
Eppure quella sensazione di ritrovata sicurezza è durata giusto i dieci minuti che hanno fatto saltare la panchina di Valverde, per poi rapidamente dissolversi nella partita che più di tutte ha segnato la storia dell’Atlético: il derby col Real. Da lì in poi la stagione è stata un disastro: 1 punto in due partite di campionato con Eibar e Leganés più l’eliminazione clamorosa dalla Copa del Rey per mano della Cultural Leonesa. Troppi indizi per non farne una prova: il derby ha destabilizzato psicologicamente l’Atlético Madrid. Anche perché la sconfitta è arrivata in una modalità fin troppo frequente nella storia delle finali tra queste due squadre, ossia quell’overtime che accomuna la finale di Supercoppa ai due precedenti in finale di Champions. E se a ciò si aggiunge la scivolata antisportiva di Valverde che ha negato a Morata il gol partita, allora è chiaro che i danni non sono immotivati.
E allora per uscire dalla crisi tocca ritornare al punto di partenza, quella partita che la crisi l’ha scatenata. Perché a oggi la squadra di Simeone rischia anche di rimanere fuori dalla Champions: le avversarie si fanno rispettare, il Siviglia macina punti, Valencia e Real Sociedad non aspettano. Solo che l’avversario questa volta è ancora più forte rispetto a Gedda: la squadra è la stessa sì, e neanche al 100% a livello fisico. Ma in questo momento la differenza la fa quello mentale, dove Zidane sembra aver trovato la quadratura.
Ha riportato la squadra in testa alla classifica, ha fatto capire alla Liga che è il Real la favorita per il titolo e che di certo non si accontenterà in questa stagione. Il Derby è uno snodo fondamentale anche per le Merengues e non solo per azzerare le possibilità di reazione dei cugini; no, il Real sa che questo è lo scoglio più grande da qui al Clásico di ritorno e portarsi a casa la stracittadina del Bernabéu significherebbe dare un segnale inequivocabile al Barça che quest’anno la Liga vuole tornare nella capitale.
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