Lo sguardo sull’intera Spagna ha spesso distratto Barcellona dal suo derby, ma quando arriva il momento della principale sfida cittadina ecco che la capitale catalana riscopre l’importanza del predominio sulla città, riducendo i propri orizzonti solo sui propri confini.
D’altronde Espanyol-Barcellona è una sfida più culturale che calcistica, quantomai moderna ai giorni d’oggi. Per ciò che rappresentano entrambe le squadre, fatto che non è mai un peccato ricordare: l’Espanyol è il simbolo della visione nazionale della Catalogna, è la squadra Reale, nel senso di appartenenza alla corona, di Barcellona e il suo nome significa “Spagnolo” in catalano, perfetto esempio della struttura politica attualmente in vigore nel regno spagnolo.
Il Barcellona è invece il simbolo della Catalogna intesa come entità a sé, senza scomodare termini come “indipendentista” che potrebbero non abbracciare la totalità dei tifosi del Barça.
La classifica a oggi offre una discrepanza impietosa: prima contro ultima, un testa-coda a sorpresa per una Liga in cui dall’Espanyol ci si aspettava certamente di più. I Periquitos che nella scorsa stagione si erano conquistati l’Europa League tramite un grande campionato si ritrovano in una posizione drammatica e al terzo allenatore differente, con Abelardo che è subentrato a Machín.
Ma attenzione a dare per morto l’Espanyol in partite del genere, soprattutto se si tratta di una delle ultime giornate del calendario. Perché se c’è una partita che questa squadra gioca per la gloria a prescindere dalla classifica quello è il derby, che in passato è stato anche letale per il Barça.
Forse fa più paura nell’ottica del girone di ritorno, con il ricordo del Tamudazo del 2007 che cambiò proprio nelle ultimissime giornate la storia della Liga consegnandola al Real Madrid. Questi spettri sono l’unica cosa che al momento può spaventare il Barcellona, al momento in testa da solo e a secco di gol una sola volta in trasferta in tutto il campionato, peraltro alla prima giornata.
Un altro fattore potrebbe essere il calendario, che porta ai blaugrana diversi impegni ravvicinati: domenica 5 il derby, poi la semifinale di Supercoppa Spagnola il 9 gennaio in Arabia Saudita e l’eventuale finale pochi giorni dopo. Questa intensità aggiunta ai lunghi spostamenti potrebbe creare dei problemi nella gestione delle forze di una squadra che dopo un avvio non facilissimo ha ritrovato la sua massima forza.
Sulla carta è l’impegno più facile della settimana, ma anche quello più sentito. La differenza, in fondo, è tutta lì.
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