Il tatto con i grandi giocatori è da sempre uno dei caratteri distintivi di Carlo Ancelotti: è stata la chiave per segnare un’epoca al Milan e per vincere la Champions League al primo tentativo col Real Madrid. Ed è forse per questo che ha capito quando era il giusto momento per far esordire Eduardo Camavinga.
L’acquisto più importante dell’estate madridista era uno dei volti più attesi nel giorno in cui il Real faceva il ritorno al Bernabéu (chiuso per un anno e mezzo per via di lavori ancora in corso) peraltro anche con i tifosi sugli spalti, fin troppo a contatto con i giocatori, vedi l’esultanza di Vinícius.
Ancelotti ha saputo trovare la giusta via di mezzo tra il caricarlo di responsabilità e il metterlo in un contesto poco competitivo: non lo ha inserito nella formazione titolare visti i pochi allenamenti svolti con il gruppo e le difficoltà di adattamento dovute alla lingua, all’età e al cambio di Paese, ma gli ha comunque regalato una finestra importante quando la partita non era ancora chiusa. Metterlo su un punteggio sicuro probabilmente non avrebbe tirato fuori il meglio della sua prestazione, quando nel primo giorno davanti al nuovo pubblico era importante fargli lasciare subito il segno.
E allora Ancelotti ha trovato la soluzione: ribaltato il punteggio con il primo vantaggio di 3-2, fuori Hazard e dentro Camavinga. Partita ancora viva e da chiudere, ma emotivamente dalla parte del Real per evitare un difficile impatto. Impatto che invece è stato glorioso, visto che appena 6 minuti dopo il suo subentro, dopo la cavalcata palla al piede di Modric, ha potuto mettere in porta il pallone del 4-2.
Prima partita, primo gol. Un trionfo per Camavinga, che è riuscito a impressionare nonostante la serata di grazie di Benzema e Vinícius. In copertina ci sono finiti loro perché hanno dominato la partita, ma è chiaro che l’impatto di questo ragazzo classe 2002 che impiega appena 6 minuti per fare il gol all’esordio al Bernabéu non può passare inosservato. Il centrocampo del Real si è dimostrato corto a livello di unità e un’alternativa del genere così giovane e con csì tanto margine di crescita può dare respiro e profondità alla rosa. Se poi dovesse diventare in fretta un giocatore di alto livello nessun problema, perché in panchina c’è un maestro della gestione dei tanti campioni assieme.