Non cambiare mai la strada vecchia per la nuova, sai quello che lasci ma non sai quello che trovi. La saggezza popolare sarà ormai fuori moda ma di certo non sbaglia mai: è il caso del Leicester, tornato grande ieri sera nella partita contro il Liverpool (che, in verità, non ha fatto nulla per rendere difficile la vita agli avversari) grazie all’utilizzo del vecchio e affidabile 4-4-2, modulo che ha permesso alle Foxes di trionfare nella scorsa stagione.
C’è una grande premessa da fare prima di addentrarci nel delicato quanto discusso argomento Leicester: Shakespeare, per quanto possa essere bravo nel suo difficile mestiere, non si è trasformato di certo in un mago capace di cambiare le sorti della sua squadra soltanto agitando la sua bacchetta magica. La reazione delle Foxes, che non hanno subito nessuna drastica modifica nella partita di ieri sera, è dovuta principalmente all’allontanamento di Claudio Ranieri, figura da tempo poco gradita da quelle parti soprattutto dai pilastri della squadra.
In questo caso la retorica non trova spazio: la gratitudine, si sa, non appartiene a questo mondo e né tantomeno al calcio, dove ogni squadra è una piccola azienda che deve operare in meglio per non colare a picco. Dunque, almeno per parlare di tattica,mettiamo da parte la storia e le gesta di Ranieri, che sicuramente a Leicester sarà venerato per sempre come un eroe capace di compiere un’impresa titanica.
Il principale beneficiario di questo sano ritorno al passato è sicuramente Jamie Vardy, il bomber operaio che faticava a trovare la via del gol: con il vecchio modulo l’attaccante ha regalato ai tifosi una delle migliori prestazioni di questa stagione segnando addirittura due reti e mandando in tilt Lucas Levia con le sue giocate. La sua meravigliosa doppietta, proprio sotto gli occhi compiaciuti del CT della nazionale Gareth Southgate, gli hanno restituito nuova linfa per tornare a vestire i panni del trascinatore che, questa volta, ha l’arduo compito di portare fuori la sua squadra dalla zona retrocessione.
Oltre a Vardy, la separazione da Ranieri e il ritorno al 4-4-2 hanno giovato molto anche a Marc Albrighton, man of the match contro il Liverpool: il centrocampista, dopo la pesantissima partenza di Kante, ha fatto molta fatica a gestire da solo una zona del campo privata del suo giocatore migliore, spesso lasciata scoperta in favore degli inserimenti degli avversari. Tralasciando le la bellissima partita disputata da Vardy, Danny Drinkwater e Wilfred Ndidi, tutti autori di prestazioni quasi perfette, Albrighton ha saputo più di tutti gestire il gioco, distribuire magistralmente palloni e lanciare i compagni verso la porta, come in occasione del bellissimo assist per il momentaneo 1-0.
Il Leicester dunque sembra una squadra nuova, totalmente ridisegnata e rivoluzionata. Il segreto però risiede nella serenità e in un modulo affidabile: la sintonia con Ranieri era ormai svanita, rendendo inutili tutti gli esperimenti messi in atto in questa stagione e l’unica soluzione per evitare lo spettro della retrocessione restava quella di trovare un nuovo traghettatore. La semplicità ha premiato Shakespeare che, se dovesse trovare la vittoria anche nella prossima sfida contro l’Hull City, potrebbe metter al sicuro il suo posto da allenatore almeno fino alla fine della stagione.
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