Anche nei momenti più cupi, la parola “favola” sembra calzare alla perfezione al Leicester, la squadra rivelazione della passata stagione che anche nelle ultime settimane continua ad illuminare la Premier League nonostante una situazione di classifica non proprio felice.
Si è parlato tanto, forse troppo, della questione Ranieri e del cambio di rotta attuato da Shakespeare, non proprio quel che si dice un rivoluzionario ma elogiato più volte per aver almeno riportato la giusta serenità all’interno di un ambiente ormai spaccato a metà, con le stelle della scorsa stagione in sciopero miracolosamente risorte nelle ultime giornate. Le cinque vittorie consecutive in campionato non riporteranno le Foxes in cima alla classifica né tantomeno in Europa, ma la regina d’Inghilterra in carica ha ancora un obiettivo in cui sperare, un sogno che potrebbe sconvolgere ancora una volta un copione che sembra già scritto.
La conquista del primo posto nel Gruppo G nella fase a gironi della Champions League, a discapito di squadre ben più esperte in campo europeo come il Porto, poteva sembrare solo uno strascico di quanto di buono fatto nella stagione dello storico titolo, una bella impresa dettata più dall’entusiasmo della debuttante che da una squadra solida e conscia delle proprie capacità. Il che può essere in parte vero perché dopo l’addio di Kante, passato come più volte detto al Chelsea, dalle parti di Leicester non sono arrivati rinforzi all’altezza a centrocampo, salvo qualche giovane promessa da far esplodere quasi per magia dallo stratega Ranieri, dipinto quasi come un demiurgo capace di plasmare qualsiasi giocatore per farlo diventare un astro nascente.
Il miracolo non è avvenuto e le aspettative sul tecnico italiano si sono ridotte ai minimi termini, fin da convincere la dirigenza ad affidare la squadra ad un traghettatore come Shakespeare. L’ultima opera di King Claudio al Leicester è però una di quelle memorabili: contro il Siviglia, squadra dalle grandi qualità e tre volte vincitore dell’Europa League, Ranieri è riuscito a strappare un incredibile 2-1 in Spagna grazie alla rete di Vardy nei minuti finali, un gol che si sarebbe rivelato pesante come il piombo. Al ritorno infatti non c’è storia: le nuove Foxes guidate da Shakespeare, che in realtà di nuovo non hanno niente se non la ritrovata grinta, si impongono per 2-0 e fra lo stupore generale ipotecano il passaggio ai quarti di finale di Champions League, un obiettivo impensabile appena un anno fa.
È così che il Leicester si ritrova ancora una volta a scrivere la storia, partendo dalla doppia sfida contro l’Atletico Madrid, l’armata caparbia e coraggiosa guidata da Simeone che incanta il mondo del calcio già da qualche anno. L’impresa, come di consueto per le piccole Foxes, è di quelle più ardue, difficili ed impronostcabili, di quelle che tingono di un solo colore intere tifoserie (e di certo non solo in Inghilterra), che ti fanno sognare ad occhi aperti e, qualche volta, capaci di trasformare proprio quel sogno in una dolce ed inaspettata realtà.
Il Leciester, undicesima forza della Premier League e a rischio retrocessione fino a qualche mese fa, può paradossalmente sovvertire gli equilibri in una coppa dominata sempre dai soliti giganti e puntare tutte le sue energie sulla Champions League, per dar vita ad un’altra incredibile favola che solo squadre così coraggiosamente folli rescono a regalarci.
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