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Leicester, analisi tattica della crisi dei campioni

Appena due punti al di sopra della zona retrocessione, quasi 2 reti subite a partita e appena 1.2 realizzate: lo score del Leicester sembra essere lontano anni luce da quello che aveva portato le Foxes a sorpresa sul tetto d’Inghilterra.  Se in Champions League la squadra di Ranieri continua ad essere imbattuta e a tenere la sua porta inviolata, in Premier League il discorso è completamente diverso, con 6 sconfitte nelle prime 12 giornate di campionato ed una media da squadra che può sperare soltanto nella salvezza.

No Mahrez, no party

Ryad Mahrez è il vero motore di questo Leicester: dopo la brillante scorsa stagione l’algerino continua ad illuminare le giocate del Leicester, diventando a tutti gli effetti il trascinatore della squadra anche grazie alle sue reti, specialmente in Champions League. Mahrez è uno dei pericoli più evidenti delle Foxes e uno dei pochi giocatori capaci di far salire la squadra; senza di lui infatti il Leicester perde tanto del suo potenziale, come in occasione della prima partita della stagione contro l’Hull City, la squadra in piena emergenza che prima di tutte ha capito come annullare gli avversari. I Tigres infatti sono stati capaci di ingabbiare Mahrez ogni volta che toccava la palla, impedendogli di suggerire giocate ai compagni e di rendersi pericoloso come al solito.

Pochi palloni intercettati dal Leicester

Non è soltanto l’attacco ad aver avuto grandi cambiamenti in negativo. Il calo del Leicester è frutto anche dei pochissimi palloni intercettati nel corso della partita: esattamente un anno fa le Foxes avevano rubato palla per ben 267 volte, mentre in questa stagione le intercettazioni sono stante appena 174, una differenza abissale e decisamente preoccupante. Le Foxes non riescono a rubare palla e ripartire, lasciando agli avversari le redini del gioco senza mai interferire, complice anche il drastico calo di qualità del centrocampo che in estate ha perso Kanté, il suo pezzo più pregiato.

Quanti problemi senza Kanté

Il grande vuoto lasciato da Kanté. Fonte: Telegraph

È proprio l’assenza del centrocampista francese il motivo principale del calo delle prestazioni del Leicester: desiderato fortemente dal Chelsea di Antonio Conte, N’Golo Kanté è stato in assoluto il miglior centrocampista della scorsa stagione, capace di dare perfetto equilibrio al centrocampo e dare una grande mano anche in difesa. Il giovane Amartey, il sostituto designato da Ranieri per coprire il ruolo del transalpino, non ha restituito appieno alla squadra la qualità persa, a causa anche dell’inesperienza frutto della sua giovane età. Senza Kanté è il solo Drinkwater a dover impostare l’azione e ritornare in difesa nei casi di emergenza, davvero troppi in questa stagione: Simpson appare troppo spesso distratto, soprattutto in occasione dei calci piazzati; Morgan e Huth, i due centrali di spessore, non riescono più ad essere quello scudo sicuro visto nella scorsa stagione, candendo spesso nei tranelli degli attaccanti avversari che soltanto raramente vengono bloccati da interventi magistrali.

Da piccola outsider a squadra in crisi il passo è davvero breve ed il Leicester dovrà mettercela tutta per puntare a qualcosa di più di una salvezza tranquilla e mantenere salda la reputazione costruita. Come ha dimostrato la rovinosa caduta del Manchester United e del Chelsea nella scorsa stagione, la parte più difficile non è vincere, ma cercare di rimanere in alto il più a lungo possibile.

 

Ada Cotugno

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