L’Inno di Mameli al posto di “O Generosa”, prima del calcio di inizio di ogni partita di Serie A, il Var a chiamata, le scommesse, gli stadi e i vivai. Il neo eletto Presidente della Lega Serie A, Ezio Simonelli, nell’intervista rilasciata a “La Politica nel Pallone” preannuncia novità che potrebbero stravolgere protocollo e regolamento.
“O Generosa”, inno composto da Giovanni Allevi, non ha mai riscosso particolare simpatia negli stadi italiani. Al netto dei gusti, non è comunque un’immagine spendibile a livello internazionale. La Lega non esclude, a questo punto, una sterzata. Il Canto degli Italiani, del resto, risuona in occasione della Finale di Coppa Italia. In un contesto che vede l’evento sportivo legato anche allo spettacolo, l’esecuzione dell’inno nazionale è un format già collaudato. Simonelli è aperto alla novità: “Appartengo alla generazione di chi, quando sente l’inno nazionale, ha la pelle d’oca. Non potrei che vedere in maniera positiva se anche le partite del nostro Campionato fossero precedute dall’esecuzione dell’Inno di Mameli. Mi auguro anche che alla prossima Finale di Coppa Italia sia presente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella”.
La Lega, che ha nei suoi obiettivi anche quello di ritrovare una compattezza degna di questo nome, si deve confrontare con il governo su temi fondamentali, come la liberalizzazione delle pubblicità sulle scommesse, vivai e stadi. Elementi che, per motivi diversi, sono destinati a far discutere. Simonelli guarda alla Premier League come esempio da seguire. Il campionato che vede 13 partecipanti su 20 avere come main sponsor enti legati al gioco. Il presidente della Lega ha tenuto a precisare che il lavoro del ministro dello Sport Andrea Abodi è finalizzato a porre paletti invalicabili che possano separare il calcio dall’illegalità. “Il governo ha grande sensibilità e vuole anche consentire alle squadre di investire nei vivai avendo dei bonus. Avere degli stadi al passo con i tempi è fondamentale anche in ottica Euro 2032”.
Simonelli si è anche espresso sul terreno di gioco più scivoloso, ovvero il Var a chiamata. Una idea che non dispiace all’AIA. Tuttavia, il “sì” della associazione arbitrale non è sufficiente, perché occorre che la proposta sia approvata dall’IFAB, unico ente deputato a modificare regolamento e protocollo. Non è escluso, tuttavia che si possa avere un feedback, anche perché l’Italia è rappresentata da Andrea Butti, insediatosi come membro del Football Advisory Panel. Simonelli ha preso tempo: “Se devo essere sincero, non mi sono sembrati così aperti a questa innovazione, però si può sempre cercare di far cambiare idea“.
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