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Le rimonte della Juventus in Champions League

Questa sera la Juventus sarà chiamata a ribaltare la sfida dell’andata persa contro il Lione. I francesi giocheranno sicuramente una partita estremamente attenta in fase difensiva per poter difendere il vantaggio minimo e i bianconeri dovranno sfruttare le occasioni a loro disposizione. Non sarà facile, ma già altre volte la Vecchia Signora ha dimostrato di saper riacciuffare la qualificazione nella gara di ritorno.

JUVENTUS-ATLÉTICO MADRID 2018-19
È la più recente, ma probabilmente anche la più leggendaria delle rimonte juventine in Europa. Nell’andata del Wanda Metropolitano fu un vero dominio dei Colchoneros e solo uno straordinario Szczęsny fu in grado di evitare il cappotto. Nel finale però i due difensori centrali degli spagnoli Giménez e Godín trafissero il portiere polacco e il 2-0 finale sembrava condannare i ragazzi di Allegri. La squadra di Simeone era maestra nella fase difensiva e nel catenaccio, come rimontare quindi una simile sconfitta? La Juventus però quella sera aveva il suo grande campione al massimo della forma e Cristiano Ronaldo salì in cattedra. Con una sua strepitosa tripletta riuscì a capovolgere le sorti della sfida regalando così ai bianconeri una notte da sogno e un 3-0 che rimarrà per sempre negli annali di questa competizione.

LE RIMONTE SUL REAL MADRID
Le sfide tra Juventus e Real Madrid sono sempre ricche di emozioni e di colpi di scena, ma spesso e volentieri sono stati i torinesi a festeggiare. I Blancos infatti hanno una striscia di risultati pessima e le rimonte subite sono state addirittura tre. La prima avvenne nei quarti di finale dell’edizione 1995-96. Al Bernabéu fu un sinistro all’angolino di Raúl a decidere la partita, ma al Delle Alpi c’era ancora da giocare il ritorno. Una punizione di Del Piero rimise in parità la doppia sfida e nella riprese fu Michele Padovano a trovare il raddoppio e aggiungere un tassello fondamentale alla vittoria in Champions di quell’anno.
La rimonta sui madridisti si ripeté nella semifinale del 2003 dove la gara d’andata venne decisa dai due ex interisti Ronaldo e Roberto Carlos. La rete di Trezeguet però lasciava spazio a speranze di rimonta nel ritorno di Torino e quella del 14 maggio è forse la più grande notte europea juventina. Un girata di sinistro di Trezeguet sbloccò il risultato dopo poco e nel finale del primo tempo ecco la magia di Del Piero che fece impazzire la difesa prima di calciare un perfetto destro all’angolino per il raddoppio. Non poteva mancare la firma di Pavel Nedvêd, grande protagonista di quella stagione, e sulla vittoria ci mise i guantoni anche Buffon parando un rigore a Figo. L’ammonizione al ceco che gli costerà la finale e la rete della bandiera di Zidane non macchieranno una gara da leggenda.
L’ultima rimonta avvenne negli ottavi di finale del 2005 quando a decidere l’andata in terra di Spagna fu il difensore Iván Helguera. C’era però grande ottimismo nell’ambiente perché il Real stava vivendo un periodo complicato della sua storia, ma a Torino si presentò in maniera estremamente difensivista. La gara si sbloccò solo a un quarto d’ora dalla fine grazie a Trezeguet che portò la sfida ai supplementari. Nei tempi extra si esaltò ancora una volta, come due anni prima a Barcellona, l’uruguaiano Zalayeta che dal limite dell’area freddò Casillas per il 2-0 che valse la qualificazione.

LE ALTRE
La Juventus però non è mai stata una grande specialista in rimonte e oltre a queste prestigiose contro le squadre della Capitale spagnola risulta aver ribaltato la situazione solo in altre tre occasioni. La prima fu nel 1968 contro i tedeschi dell’Eintracht Braunschweig. Nell’andata in Germania furono i bianconeri a passare in vantaggio grazie a un autogol di Kaack, ma poi si scatenò la furia gialloblu. In dieci minuti Kaack, Dulz e Berg segnarono tre reti annichilendo i piemontesi. Sacco nel finale riuscì a limitare i danni dando speranza per il ritorno. Al Comunale la sfida sembrava stregata e lo 0-0 era ormai il risultato più sicuro, ma a due minuti dalla fine fu Giancarlo Bercellino a segnare l’1-0 che portò la sfida alla spareggio di Berna, allora non esisteva la regola dei gol in trasferta. Il mattatore fu il semi sconosciuto svedese Roger Magnusson, passato alla Juve quasi per caso ma che divenne eroe per una notte.
La seconda rimonta accadde nel 1976 nei sedicesimi di finale contro i bulgari del Cska Sofia. La sfida in est Europa si era messa bene grazie alla rete di Anastasi, ma i ragazzi di Trapattoni staccarono la spina a dieci dalla fine. Denev e Marasliev segnarono due reti e al Comunale sarebbe servita una grande notte. A sbloccare la gara di ritorno fu a sorpresa il leggendario Furino, giocatore poco propenso alla realizzazione di gol, e a chiuderla nella ripresa fu ancora una volta il bomber di Catania Pietro Anastasi.
Nel settembre 1981 fu invece il Celtic a creare non pochi problemi alla Juventus. In terra di Scozia fu un autorete di Scirea a decidere la sfida di andata, ma al ritorno la pratica venne chiusa già nel primo tempo. Furono i due bomber della squadra Pietro Paolo Virdis e Roberto Bettega a battere Bonner e a regalare così ai bianconeri il passaggio al turno successivo.

L’ultima rimonta di sempre prima dell’impresa della passata stagione contro l’Atlético Madrid risaliva alla stagione 2005-06. Dopo aver passato il girone iniziale la Juventus di Capello venne sorteggiata con il Werder Brema agli ottavi di finale. Nella gara di andata al Weserstadion accadde di tutto. Il primo a segnare fu Schulz e i bianconeri sembravano fermi sulle gambe. Nonostante questo nel finale fecero vedere il loro grande tasso tecnico e Nedvêd prima e Trezeguet poi portarono i ragazzi di Capello sull’1-2 a otto minuti dal termine. Sembrava tutto chiuso ma negli ultimi istanti ecco l’inspiegabile blackout. Borowski pareggiò la sfida e nel secondo minuto di recupero l’ex Parma Micoud ribaltò ancora il risultato per il pirotecnico 3-2 finale. Non sembrava un’impresa impossibile rimontare nel ritorno al Delle Alpi, ma i tedeschi erano duri a morire e dopo un quarto d’ora ecco la doccia gelata. Fu ancora il francese Micoud a trafiggere Buffon e a portare in vantaggio i biancoverdi. La partita rimase così fino a un quarto d’ora d’ora dalla fine, quando Trezeguet non riaprì la qualificazione. Serviva ancora un gol che sembrava non arrivare, ma poco prima del novantesimo ecco l’avvenimento inatteso. Da un innocuo cross dalla destra il portiere Wiese andò in uscita ma perse palla e il Puma Emerson fu il più lesto a girare in rete il decisivo 2-1 che valse il passaggio del turno.

Francesco Domenighini

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