Il calcio è cambiato tantissimo nei vari decenni e nel corso degli anni si è sempre andati alla ricerca di un nuovo senso estetico. Dagli anni ’30 con la discussione tra Sistema e Modulo fino ai giorni nostri con le divisioni sul possesso palla e dell’impostazione della difesa. È sempre pronta una possibile rivoluzione, accolta con grande entusiasmo da alcuni e rigettata completamente da altri. Nella storia però c’è stata un cambiamento talmente epocale da segnare indissolubilmente il mondo del pallone con uno stile che è diventato abitudine di tutti negli anni a venire.
Il Calcio Totale dell’Olanda e dell’Ajax era un qualcosa mai visto prima con attaccanti che rientravano per aiutare la fase difensiva e difensori che si spingevano in avanti per cercare il gol. Il ruolo del portiere divenne molto più importante in fase d’impostazione e si iniziò a pensare che anche l’estremo difensore potesse essere utile nella costruzione dell’azione. Il calcio nei Paesi Bassi era stato abbastanza anonimo per tanti ma dal 1969 qualcosa era cambiato. I Lancieri arrivarono fino alla finale di Coppa dei Campioni, ma a Madrid il Milan si dimostrò di un’altra categoria vincendo per 4-1. Fu il Feyenoord nella stagione successiva a ottenere il primo storico trionfo europeo per una squadra di Eredivisie, ma la vera rivoluzione sarebbe partita solo l’anno dopo. L’Ajax iniziò con il freno a mano tirato la campagna 1970-71 con un pari per 2-2 a Tirana contro il Nentori, ma Keizer e Swart resero più semplice il ritorno ad Amsterdam. Molto più in scioltezza invece l’ottavo di finale contro gli svizzeri del Basilea che dopo essere stati asfaltati in Olanda per 3-0 vennero battuti anche a domicilio per 1-2. Il quarto vide i Lancieri opposti al Celtic vicecampione in carica e finalmente si iniziava a fare sul serio. Oltre cinquantamila persone accorsero all’Olympisch Stadion per assistere a questa grande partita e dopo un tempo di resistenza scozzese a mezz’ora dalla fine iniziò la sinfonia biancorossa. Fu Johan Cruijff ad aprire le danze con la rete dell’1-0 prima che Hulshoff e Keizer rendessero ancora più grande la vittoria dando di fatto il passaggio in semifinale. La sconfitta per 1-0 a Glasgow fu infatti del tutto ininfluente e in semifinale ci fu la sfida con gli spagnoli dell’Atlético Madrid. Gli madrileni erano stati fatali al Cagliari campione d’Italia ed erano tra le grandi favorite per la vittoria finale. Al Manzanares il clima era infuocato e una rete di Irureta diede la vittoria ai Colchoneros, ma il successo era troppo striminzito per sperare di uscire indenni dal covo dei Lancieri. Keizer ristabilì subito la parità nell’ambito della qualificazione e nel finale arrivò il terzo 3-0 consecutivo tra le mura amiche. Suurbier e Neeskens completarono l’opera permettendo di strappare il pass per Wembley.
A Londra sarebbe stato scritto per la prima volta un nuovo nome nell’albo d’oro della Coppa dei Campioni perché ad affrontare gli olandesi ci sarebbero stati i sorprendenti greci del Panathinaikos. Allenati dal grande Ferenc Puskás i verdi di Atene avevano sorpreso la concorrenza in un’epica semifinale contro la Stella Rossa, ma a Londra furono bloccati dalla tensione. Johan Cruijff dirà in futuro che gli ateniesi ebbero lo stesso blocco loro avvenuto due anni prima e l’esperienza contò tantissimo. L’Ajax dominò la partita rischiando poco o nulla e sbagliando certe occasioni probabilmente per troppo narcisismo. Nonostante questo arrivarono due gol per tempo, prima con un colpo di testa di Van Dijk e infine con un’incursione in area di Arie Haan. Il 2-0 era stato servito e quello sarebbe stato il primo titolo di una straordinaria serie di tre consecutivi. Era nato il Calcio Totale, bello e tremendamente vincente e da allora il mondo del pallone non fu più lo stesso.
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