Negli ultimi venti anni di calcio sudamericano diversi club hanno lasciato un’impronta storica: da una parte le grandi rivelazioni come l’Once Caldas del 2004 capace addirittura di sfiorare il titolo mondiale, o l’Atlético Nacional, fuoco di paglia di un incredibile 2016. Dall’altra invece autentici squadroni in grado di spaventare il mondo in un’epoca in cui i club europei hanno cambiato marcia rispetto a tutte le avversarie sudamericane.
Oggi riviviamo i grandi club del Subcontinente in grado di scrivere la storia, quelle in grado di trovare il migliore mix tra una rosa di livello e una grandissima impresa.
In ordine cronologico inverso l’ultima grande è il Flamengo, campione in carica della Copa Libertadores e grande favorita anche per la prossima edizione. L’ultima ad aver vinto due volte consecutivamente questo torneo è il Boca del 2000 e del 2001, ma mai come questa volta sembrano esserci i presupposti per compiere l’impresa. D’altronde il Fla di Gabigol, Diego, Bruno Henrique, Filipe Luis e tanti altri calciatori di altissimo livello, capace di vincere una delle finali di Libertadores più emozionanti di sempre, è riuscito a spaventare anche il Liverpool di Klopp in finale mondiale e sembra pronto a scrivere un’era calcistica sotto la guida di Jorge Jesus.
Due Copa Libertadores il River le aveva vinte in tutte la sua storia, poi con l’arrivo di Gallardo sono arrivate nel giro di quattro anni. Questo basterebbe per far capire l’impresa del Muñeco che però in questa sua doppietta vanta la vittoria “immortale” in finale contro il Boca Juniors al Bernabéu di Madrid, una delle partite più storiche delle competizioni sudamericane per la portata della rivalità. Solamente i titolo mondiale è mancato per chiudere un’era calcistica in cui è stato sfiorato addirittura il tris nel 2019.
Il Corinthians del 2012 ha scritto un prima e un dopo nella storia del calcio sudamericano. Sia perché la sua vittoria in finale di Libertadores ha posto fine alla grande era del Boca Juniors, ma soprattutto perché il titolo mondiale ottenuto contro il Chelsea è l’ultimo vinto da una delle squadre sudamericane qualificate al torneo, per un digiuno che dura ormai da 8 anni. Da quella squadra non sono usciti calciatori con carriere memorabili, se non Paulinho che comunque ha lasciato il segno tra Barcellona e nazionale, ma è lì che è nato il mito di Tite, l’allenatore in grado di riportare il Brasile a un trofeo 12 anni dopo l’ultima volta.
E uno degli altri motivi per cui il Corinthians di Tite è entrato nella storia è stato perché è riuscito a eliminare il Santos Campione in carica. L’era Neymar è probabilmente la migliore dei tempi moderni del Peixe, in grado di dominare senza eguali la Libertadores del 2011 con un autentico squadrone da cui sono usciti oltre a O Ney anche Danilo, Alex Sandro, Felipe Anderson, Ganso, Elano più le vecchie conoscenze della Serie A Rafael e Zé Eduardo. Un autentico dream team tra le sudamericane più forti in assoluto dei tempi recenti.
“Boca, otra vez Boca, siempre Boca y hasta cuando Boca?” si chiedeva Mariano Closs dopo la vittoria della Copa Libertadores 2007 ottenuta contro il Grêmio. Di fatto è stata l’ultima vittoria degli Xeneizes nel torneo, capitolo finale di una quadrilogia di successi in sette anni. Quella partita lì fu vinta con Miguelito Russo in panchina (allenatore tornato oggi) ma il grande ciclo fu aperto con le tre vittorie di Carlos Bianchi tra il 2000 e il 2003. Probabilmente la miglior squadra sudamericana mai esistita, capace di aggiungere a quelle Libertadores anche due titoli mondiali, peraltro vinti contro Real Madrid e Milan, le squadre più vincenti della storia della Champions. Il Boca del 2003 è tutt’oggi l’ultima argentina ad aver vinto la Coppa Intercontinentale.
Doveroso citare anche il San Paolo del 2005 e l’Internacional del 2009: pur non avendo lasciato il segno quanto queste squadre sono comunque le uniche assieme a Boca e Corithians ad aver vinto l’Intercontinentale o Mondiale per Club nel nuovo millennio. Peraltro l’impresa dell’Internacional è gigantesca visto che ha sconfitto il Barcellona di Guardiola in finale, lusso che si è permesso solamente il Real Madrid in Copa del Rey.
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