L’imprevedibilità di tornei come il Mondiale porta spesso a grandi sorprese: non solo in positivo, ma anche a eliminazioni preventive di nazionali date tra le favoritissime della rispettiva edizione. Nel nuovo millennio però tutte le squadre arrivate con il titolo mondiale non sono riuscite a difenderlo nell’edizione successiva, anzi, sono state le principali delusioni in ogni singolo torneo.
Francia 2002
Nel primo Mondiale del nuovo millennio è senza dubbio la Francia la grande delusione del torneo: in un’edizione che ha fatto grande selezione di big fin dai primi turni, al punto di portare rivelazioni come Turchia e Corea del Sud in semifinale, la Francia è stata senza dubbio la squadra che ha deluso maggiormente. Arrivata in Corea e Giappone sia con il titolo Mondiale (1998) ed Europeo (2000), la squadra di Roger Lemerre, subentrato post Mondiale ’98 a Jacquet, ha vissuto un’avventura davvero disastrosa. L’allenatore normanno ha dovuto fare i conti sin da subito con l’infortunio di Zidane, tornato disponibile anche se in condizioni precarie solo per l’ultima partita del girone, ma non è riuscito a dare mentalmente il giusto impulso a un gruppo mentalmente scarico dopo un quadriennio di successi. Infatti la Francia del 2002 ha chiuso con il peggior risultato di sempre di un Campione del Mondo in carica: ultimo nel girone con 1 solo punto, senza alcuna rete segnata.
Brasile 2006
Decisamente diversa la situazione del 2006, dove tutte le grandi nazionali sono arrivate alla fase a eliminazione diretta e le principali escluse dai quarti di finale sono state Olanda e Spagna, reduci comunque da eliminazioni più che dignitose in vere e proprie battaglie contro Portogallo e Francia. Dal Brasile, arrivato fino ai quarti di finale dove è stato eliminato dalla miglior partita della carriera di Zinedine Zidane, ci si aspettava però obiettivamente di più: l’attesa per i verdeoro era stata veramente incredibile, al punto da fare grandissimi ascolti anche la sgambata pre-Mondiale contro il Lucerna. Il tutto per l’irreale linea di attaccanti che portava top mondiali come Ronaldinho, Kakà e Adriano all’apice della propria carriera, più un Ronaldo ancora attivo e un emergente Robinho, senza contare star in altri ruoli come i portieri Dida-Julio César, Cafù, Lucio, Roberto Carlos, Emerson e Zé Roberto. Tutto faceva presagire a un bis di quanto visto quattro anni prima in Corea e Giappone, ma già il girone, vinto comunque con 9 punti su 9, non aveva dato l’effetto wow sperato. Poi agli ottavi la super prova contro il Ghana aveva fatto presagire a un’esplosione della squadra che però al primo grande avversario è stata eliminata in maniera netta, soffocando sotto i colpi di una Francia nettamente superiore. Non un disastro come avventura, ma da quella squadra, data da tutti per favoritissima, ci si aspettava sicuramente di più.
Italia 2010
A quattro anni dal successo di Berlino la Nazionale, riaffidata a Lippi dopo il passaggio di Donadoni a Euro 2008, ha vissuto uno dei Mondiali più brutti della sua storia, inconscia di quanto sarebbe accaduto da lì in avanti con tutte partecipazioni (o neanche quelle) molto negative. L’eliminazione di un Campione del Mondo ai gironi è di per sé qualcosa da dimenticare, ma a rendere quasi umiliante l’avventura sudafricana è stata la portata modesta delle avversarie: al momento dei sorteggi aver trovato Paraguay, Slovacchia e Nuova Zelanda sembra un’ottima cosa eppure gli Azzurri, arrivati con un veterani fin troppo stagionati e con giovani non all’altezza, non riuscirono a vincere neanche una partita, sprecando anche la clamorosa opportunità di passare con tre pareggi che si era creata con gli incastri del girone. Nulla veramente da salvare in quelle tre partite se non il tanto bello quanto inutile gol di Quagliarella nel KO letale con la Slovacchia.
Spagna 2014
Se nel 2010 l’unica vera delusione è stata l’Italia, a cui si può aggiungere l’Argentina che però viste le difficoltà di qualificazione lascia un sapore amaro solo per i 4 gol presi dalla Germania ma non per il percorso fatto, nel 2014 il tonfo della Spagna è stato qualcosa di quasi inspiegabile. Rispetto alla Francia del 2002, la Spagna qui si presentava da Campione del Mondo e Bicampione d’Europa, blasoni di un’era calcistica di una delle nazionali più forti di sempre: però il cammino andò malissimo a partire dall’esordio contro l’Olanda cominciato con l’illusorio vantaggio di Xabi Alonso e terminato con un terrificante 5-1 in cui si ricorda soprattutto lo storico gol in tuffo di Van Persie. Il tonfo fu certificato dalla sconfitta contro il Cile che rese inutile l’ultima partita contro l’Australia, dove i ragazzi di Del Bosque arrivarono già certi dell’eliminazione. Per la portata della squadra, che aveva aggiunto anche un centravanti (unico ruolo scoperto della Generación Dorada) di spessore come il campione di Spagna e vice-campione d’Europa con l’Atlético Diego Costa, un risultato difficilissimo da pronosticare.
Germania 2018
A chiudere il capitolo delusioni c’è la Germania a Russia 2018. Dopo il trionfale Mondiale brasiliano e un Euro 2016 chiuso comunque in semifinale, la nazionale di Low ha chiuso l’avventura russa già ai gironi. Mentalmente la squadra è arrivata scarichissima, totalmente succube degli eventi per tutte e tre le partite: l’esordio con il Messico è stato un massacro nonostante il punteggio finale dica solo 1-0 con gol di Lozano, e la vittoria con la Svezia arrivata all’ultimo secondo (anche oltre) non aveva dato quel senso di reazione che ci si aspettava, al punto che nella gara decisiva contro la Corea del Sud è arrivata una prova decisamente buia che ha portato a sconfitta ed eliminazione.
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