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Le cinque migliori sfide tra squadre italiane e ungheresi

Questa sera il Torino torna a giocare in Europa e ad attendere i granata ci sono gli ungheresi del Debrecen. I magiari non se la vivono benissimo negli ultimi anni e dopo la mitica squadra del 1954 sono state molte più le delusioni dei successi. Non sono perciò moltissimi gli scontri tra squadre italiane e della nazione con Capitale Budapest, ma in passato ci sono stati incontri grandiosi. Ecco i migliori cinque incontri tra squadre italiane e ungheresi.

FIORENTINA-ÚJPEST COPPA DELLE COPPE 1961-62
Imbattersi in squadre ungheresi quando si era giunti alle semifinali dei tornei europei non era poi così sorprendente negli anni ’60 e nella seconda edizione della Coppa delle Coppe i campioni in carica della Fiorentina dovettero scontrarsi contro il temibile Újpest. I Lilák avevano eliminato i maltesi del Floriana, gli olandesi dell’Ajax e gli scozzesi del Duffermline prima di affrontare i toscani e il grande trascinatore era stato il centravanti János Göröcs, capocannoniere del torneo con otto reti. In panchina nella Fiorentina c’era però Nándor Hidegkuti che ben conosceva il calcio ungherese e già a Campo di Marte la qualificazione prese una strada ben precisa. Due gol di Hamrin all’inizio dei due tempi regalarono un importante 2-0 e nel ritorno fu il turco Can Bartu, scomparso nell’aprile di quest’anno, a far vincere anche la seconda sfida ai gigliati e a mandarli ancora una volta in finale.

NAPOLI-ÚJPEST COPPA DELLE COPPE 1962-63
Cambia la stagione, cambia la rivale, ma sul cammino delle italiane in Coppa delle Coppe c’è sempre l’Újpest. Il Napoli aveva a fatica eliminato i gallesi Bangor City nel primo turno e le difficoltà continuarono anche nel secondo. L’andata a Budapest iniziò in maniera scioccante per gli azzurri che subirono immediatamente la rete dello svantaggio per gol di Ferenc Bene, ma il pareggio nella ripresa di Fraschini dava molte speranze per il ritorno al San Paolo. Tomeazzi portò in vantaggio i partenopei, ma il pari di Solymosi fu immediato e in un’epoca dove non esistevano i calci di rigore si dovette disputare la bella. La sede decisa fu Losanna e il Napoli disputò una partita eccezionale. Fanello, Ronzon e Tacchi furono i mattatori dell’incontro e nel primo tempo chiusero la pratica Újpest che provò a rientrare in partita nella ripresa ma a nulla servì la rete della bandiera di Kuharszki. Ancora una volta i Liliák dovevano arrendersi allo strapotere italiano.

JUVENTUS-FERENCVÁROS COPPA DELLE FIERE 1964-65
La Coppa delle Fiere è da sempre considerata come l’antenata della Coppa Uefa, ma il fatto che fosse una competizione a invito fa sì che nel conteggio e negli albo d’oro questi titoli non risultino. Eppure il massimo momento per il calcio ungherese, a livello di club, avvenne nel 1965 in questa Coppa. Il Ferencváros era l’autentica rivelazione del torneo e dopo aver eliminato squadre del calibro di Roma, Athletic Bilbao e Manchester United si ritrovò a giocare la finale contro la Juventus. La squadra di Heriberto Herrera era favoritissima, non solo per valore e blasone ma anche perché l’ultimo atto si sarebbe giocato proprio al Comunale di Torino. Sembrava tutto apparecchiato per la festa ma l’assenza del suo uomo migliore Sivori si fece sentire. Combin, Leoncini e Stacchini ebbero tre grandi palle gol ma Géczi era insuperabile e così nel finale arrivò la beffa. Da un cross di Novák fu Fenyvesi a staccare di testa e a battere Anzolin per l’1-0 definitivo e il primo storico successo per una squadra dell’est Europa di un trofeo continentale.

INTER-VASAS COPPA DEI CAMPIONI 1966-67
La Grande Inter di Helenio Herrera aveva appena messo la stella sul petto grazie al decimo campionato vinto e dopo l’eliminazione in semfiinale dell’anno precedente voleva tornare sul tetto d’Europa. Ma per farlo doveva avere la meglio sull’insidioso Vasas che non aveva intenzione di lasciare campo ai nerazzurri. A San Siro fu una partita molto complicata e al vantaggio di Soldo fu Lajos Puskás a pareggiare. Ci dovette pensare Mario Corso con una delle sue splendide punizioni per vincere la sfida, ma il 2-1 non poteva lasciare tranquilli. A Budapest però salì in cattedra il simbolo nerazzurro di quegli anni che disputò una delle sue più grandi partite: Sandro Mazzola. Il figlio d’arte segnò due meravigliose reti per tempo, in particolar modo la prima dove scartò tutta la difesa magiara prima di mettere in porta il gol che per anni venne considerato il più bello della storia della Coppa dei Campioni. Troppa Inter dunque per un Vasas ancora acerbo.

SAMPDORIA-HONVÉD COPPA DEI CAMPIONI 1991-92
La Coppa dei Campioni si stava modificando e per potersi qualificare alla fase a gruppi che avrebbe decretato le due finaliste la Sampdoria doveva avere la meglio dell’Honvéd. I Mighty Magyars non erano più quello squadrone leggendario degli anni ’50, ma erano riusciti a riportare lustro e dignità al movimento ungherese. E per la squadra di Boskov i problemi non furono pochi. Nell’andata di Budapest furono Pisont e Cservenkai a decidere la sfida in favore dei padroni di casa, ma per i doriani nel mezzo ci fu l’importantissimo gol di Cerezo a tenere viva la sfida. A Genova i blucerchiati giocarono una grandissima partita e si portarono sul 3-0 ribaltando il risultato grazie a Lombardo e alla fantastica doppietta di Vialli, ma gli ungheresi erano duri a morire. Uno sfortunato autogol di Pari riaprì l’incontro e nel finale fu Pagliuca l’eroe della sfida. Il portiere bolognese balzò fino all’incrocio dei pali per deviare il colpo di testa di Negrau e il 3-2 avrebbe mandato l’Honvéd al turno successivo.

Francesco Domenighini

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