Le finali di Coppa dei Campioni o Champions League tra italiane e spagnole non sono certo una novità: questa sera infatti per l’ottava volta i nostri colori si frapporranno a quelli iberici per incoronare la squadra regina del calcio europeo. I precedenti sono nettamente a favore delle spagnole con 5 successi contro i 2 delle italiane, vincitrici solo nel ’64 e nel ’94. Andiamo a rivivere tutte le finali con italiane e spagnole in campo.
La prima italiana della storia a giocare una finale di Coppa dei Campioni è la Fiorentina di Fulvio Bernardini che da Campione d’Italia in carica arriva fino all’ultimo appuntamento per consacrarsi campione d’Europa. Purtroppo per la Viola però l’avversario è il Grande Real degli anni ’50 e lo stadio della finale di quella edizione è il Chamartin di Madrid che da due anni ha preso la denominazione ufficiale di Santiago Bernabeu. Grazie ad una svista clamorosa dell’arbitro Horn che assegna un rigore per un fallo di Magnini su Mateos (foto sopra) avvenuto ampiamente fuori area il Real sblocca la partita con Di Stefano e poi nel finale raddoppia con Gento. Si tratta della seconda coppa vinta su due dalle merengues.
Simone Gamberini
L’anno successivo al primo storico successo italiano in Coppa Campioni Milano è ancora la città regina del calcio europeo. Nel ’63 il Milan vinse contro il Benfica, un anno dopo fu la volta dell’Inter contro il Real in quel del Prater di Vienna. Si tratta della prima volta su tre tentativi che un’italiana riesce a battere il Real Madrid in una delle finali europee e del primo storico successo europeo interista. Decisiva e memorabile la doppietta di Sandro Mazzola che assieme ad Aurelio Milani contribuì nel 3-1 finali inflitto alle merengues. L’Inter vincerà il trofeo anche l’anno dopo sconfiggendo un altro colosso del calcio europeo dell’epoca: il Benfica.
Simone Gamberini
Essenzialmente, il Barça deve ringraziare Johan Cruijff per il trionfo del 1992. I blaugrana riucirono a rompere la maledizione delle finali (due perse, 1961 e 1986) e a portarsi a casa la 37° e ultima edizione della Coppa dei Campioni nel vecchio format proprio grazie alle alchimie della maquina cruijffiana. Il 20 maggio, a Wembley, ecco la Samp di Mantovani e Boskov: Vialli e Mancini contro Salinas e Stoichov, Laudrup e Guardiola contro Lombardo e Cerezo. Il 3-4-3 blaugrana si fondava su una fluidità impressionante, l’adatttato Koeman impostava da dietro e Laudrup era il falso nueve (da ricordare la chiave tattica, Bakero mezzapunta). Alla fine avranno ragione gli spagnoli, col celebre motto «Salid y disfrutad», davanti a 71mila anime. Solo ai supplementari però, non prima: la Samp di affidava ai lanci lunghi, il Barça si infrangeva puntualmente su un grande Pagliuca. Ed è in questo contesto che, a 9′ dal termine del supplementare, Ronald Koeman tirò fuori dal cilindro quel magistrale calcio di punizione immortalato dalla storia.
Matteo Albanese
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