La bella vittoria in campionato contro l’Inter ha dato grande morale a una Lazio che sta continuando ad alternare grandi prestazioni ad altre invece più deludenti. Un esempio ne è anche l’inizio di Europa League con la banda di Sarri che è però riuscita a rimettersi in corsa battendo la Lokomotiv Mosca dopo la brutta sconfitta di Istanbul col Galatasaray. L’Olimpico si accenderà ancora una volta per una sfida che riporta la mente a una delle più grandi serate europee della storia biancoceleste.
La Lazio 1999-00 stava vivendo una delle sue stagioni più straordinarie della propria storia e se in campionato riuscì a vincere il secondo Scudetto, in Europa si spinse fino ai quarti di finale di Champions League. In quell’anno la massima competizione europea prevedeva una seconda fase a gironi e alla quinta giornata scese nella Capitale il Marsiglia, in una sfida che sapeva veramente da dentro o fuori. I due brutti risultati contro il Feyenoord avevano complicato la qualificazione dei biancocelesti e dunque era necessaria una vittoria, ma a sorpresa Eriksson lasciò in panchina sia Mancini che Salas per sfruttare il duo Simone Inzaghi e Alen Bokšić. La scelta sembrò pagare fin da subito con Nedvěd che girò la palla proprio verso l’attaccante piacentino che incrociò la conclusione facendola passare sotto le gambe di Porato per l’1-0, ed era solamente il primo squillo. A fine primo tempo la Lazio divenne inarrestabile con Stanković che cambiò gioco ancora per il numero ventuno che stoppò e piazzò la palla all’angolino e dopo un minuto ecco il tris. La corta respinta del portiere dell’OM sulla gran conclusione al volo di Nedvěd permise ancora a Inzaghi di segnare la tripletta prima ancora della fine del primo tempo.
La partita sembrava in cassaforte, ma i francesi non si diedero per vinti e incredibilmente vennero fuori nella ripresa con Marchegiani strepitoso su Bakayoko e De la Peña, ma non poté nulla sul colpo di testa di Leroy che riaprì la sfida. I romani ebbero l’occasione però di richiudere il tutto con un calcio di rigore e alla conclusione si presentò lo scatenato Inzaghi che però si vide respingere perfettamente la conclusione da Porato. La quarta rete personale alla fine però arrivò grazie a un’altra deviazione da rapace dell’area di rigore da pochi passi, segnando un poker sensazionale che entrò di diritto nella storia del calcio italiano. A chiudere i conti ci pensò l’incornata di Alen Bokšić che chiuse i conti con un 5-1 che permise all’Aquila di volare sempre più in alto nel Continente.