Lazio, giù la maschera. La squadra di Baroni si candida come la squadra rivelazione di questa serie A: battuto per due volte il Napoli, in versione B ed A, in una settimana, prima in Coppa Italia e poi in campionato. Lo 0-1 maturato al Maradona, lascia in eredità la dimensione della crescita della squadra di Baroni.
Definire la Lazio operaia appare riduttivo. Se proprio si deve insistere su questo piano, si potrebbe definire specializzata dell’acciaio. Baroni ha costruito e plasmato un collettivo nel senso più pieno del termine. La Lazio corre, aggredisce e conquista metro su metro. Ogni punto è sudato e meritato, frutto di un lavoro certosino, inizialmente sottovalutato. La squadra biancoceleste ha diverse soluzioni di gioco, sa aggredire alta, gestire il ritmo e pressare l’avversario ma anche difendersi e ripartire negli spazi. Qualsiasi giocatore è in grado di svolgere le due fasi. In sintesi: una squadra costruita bene.
Una Lazio così in alto in classifica non è una storia figlia della casualità, ma di lavoro, studio e programmazione. Alla luce dei fatti, più di qualcuno dovrebbe ricredersi sull’operato della scorsa estate, quando il club ha investito con oculatezza scegliendo gli uomini giusti e dato fiducia e carta bianca a un allenatore che non ha mai avuto la possibilità di confrontarsi ad alti livelli ma difficilmente ha sbagliato una sola stagione. Ai nomi altisonanti e strapagati quanto poco redditizi in termini di ritorno in campo e al trading su giovani che si rivelano più scommesse che intuizioni, la Lazio ha preferito investimenti mirati alle esigenze del tecnico. Profili non eccelsi sulla carta, ma perfettamente aderenti alle necessità e alle esigenze di Baroni. Alla forza economica la Lazio ha preferito quella delle idee. Spendere bene, piuttosto che tanto ha pagato anche in termini di profondità della rosa: anche le perplessità legate a una rosa ristretta si stanno diradando: basti pensare alla crescita di elementi come Noslin e Dele – Bashiru molto più che semplici alternative.
Ennesima conferma, ove ce ne fosse bisogno, che tutti i calciatori si sentono parte del progetto e avvertono la fiducia del tecnico. Chiunque entra in campo non abbassa la qualità media di una squadra che ha un impianto di gioco comunque riconoscibile e solidissimo. Con queste premesse e classifica alla mano, difficile pensare a qualcosa di diverso dalla lotta per l’Europa che conta e, perché no, per il vertice. Questa Lazio è una squadra che può sognare e restare in alta quota sino alla fine perché non mostra alcun tipo di flessione né fisica, né del gioco, né della crescita. Impressiona, piuttosto, per maturità e solidità e margini di miglioramento ancora, per certi versi inesplorati. E scoprirli potrebbe rivelarsi una magnifica sorpresa.
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