Predrag Djordjević s’era appena appoggiato sul comodo divanetto a lui riservato. Tutt’a un tratto, prese una boccata d’aria e diede un tiro alla sigaretta che aveva in mano: «Ναι, αυτός μπορεί να γίνει ο νέος Τζόλε». Tzolé è lui, un serbo che nel 1996 si recò ad Atene per vestire la maglia dell’Olympiakos, che non si sarebbe tolto se non nel 2009, anno del ritiro, dopo 12 trofei in 13 anni e 126 reti che ne fanno il massimo goleador straniero nella storia del club ateniese. Nello specifico, parlava di un 21enne suo connazionale autore di una doppietta al Krasnodar e, conseguentemente, di un introito di 35 milioni di euro dando per scontato l’approdo in Champions. Un introito che potrebbe ritorcersi contro di lui, perché con quei soldi l’Olympiakos darà l’assalto a un sostituto dell’infortunato Fortounis e lo spazio per lui, Lazar Randjelović, diminuirebbe.
Nell’estate 2018, Lazar Randjelović passò quasi inosservato. Il presidente Evangelos Marinakis lo pagò 550mila euro dal Radnički, di cui è la miglior vendita nella storia. Teoricamente poi l’Olympiakos voleva il ’96 Mateo García, che però l’Aris aveva venduto allo Stella Rossa e che ieri al debutto in Champions ha bagnato con gol l’esordio. Alla fine a Il Pireo s’accontentarono di Randjelović, che nella medesima nottata di reti ne ha segnate due per la gioia di Vladan Milojević che ne parlò bene a tempo debito: «Le speranze della Serbia sono riposte in lui, un’ala veloce che gioca, converge, sfrutta la sua rapidità sebbene non sia troppo propenso al dribbling».
Nella stagione 2018/19 Randjelović condusse il Radnički davanti al Partizan e dietro soltanto allo Stella Rossa: con 7 reti e 12 assists in 36 presenze, aveva conquistato l’Under21 serba e il suo valore di mercato era schizzato al milione e mezzo quando mise piede in Grecia. Trovò ad accoglierlo un reparto rifatto (Podence, Christodoulopoulos e ben quattro nuovi arrivi: Valbuena, Soudani, Bruno e Masouras) e pareva destinato a un prestito, magari in Serbia dove lo Stella Rossa, che aveva già acquistato El Fardou Ben nel gennaio 2018, manifestò il suo interesse. Pedro Martins scelse però di tenere Randjelović in squadra, lo fece esordire nel 3-0 in amichevole col Nottingham Forest e da lì all’Olympiakos toccarono prove più serie: Viktoria Plzeň, Başakşehir e ora Krasnodar.
Il 1 luglio 2019 Randjelović fu svelato, insieme a nuovi acquisti (Marios Siampanis, Ousseynou Ba) e rinnovi (Avraam Papadopoulos), con un contratto fino al 2023 e l’eredità di Djordjević, Kovacević, Milivojević e Jagos Vuković. Lazar neppure sognava la Grecia («Ούτε σε όνειρο»), ma il consiglio dell’agente Milan Jovanović fu decisivo: «Mi fido ciecamente di lui, mi ha raccontato dell’Olympiakos e dei suoi tifosi». Gli erano passati per la testa diversi momenti, gli allenamenti da Pertate a Leskovac, dodici chilometri a volte percorsi in bici, altre in autobus. I viaggi in famiglia, papà Bojan, mamma Anna, il fratello Luka. La scuola, dalle 7 alle 18, fino al debutto al Marakana e a quella frizzante consuetudine del vederlo giocare a sinistra, a piede invertito.
«Posso solo essere orgoglioso delle due reti, spero di ripetermi in Russia dove andremo per vincere, visto che lo vogliamo e ci proveremo» proferiva con tono timido, certamente poco abituato a certi microfoni, ai giornalisti che comprensibilmente lo cercavano. Contro il Krasnodar ERA entrato in campo senza troppe pretese. Il risultato era sotto chiave grazie al sigillo di Guerrero e lo sarebbe stato fino alla fine, col lob di Podence per il definitivo 4-0. Nel mezzo però il talento serbo, entrato sul terreno del Karaiskakis al 75’ principalmente per rimpiazzare Masouras, dopo 3’ era già sul tabellino dei marcatori e all’85’ ha calato il personale bis. E s’è preso il palcoscenico, a 22 anni festeggiati il 5 agosto, prima grazie a un inserimento col contagiri su assist d’esterno di Valbuena, poi con una gran conclusione da fuori area, in una grande serata di antipasto alla Champions League.
Ecco di seguito il tabellino:
Olympiakos (4-2-3-1): José Sá; Elabdellaoui, Semedo, Meriah, Tsimikas; Bouchalakis, Guilherme; Podence (dal 92’ Torosidis), Valbuena (dall’87’ Camara), Masouras (dal 76’ Randjelović); Guerrero. All: Martins. A disp: Allain, Cissé, Soudani, El Arabi.
Krasnodar (4-3-3): Safonov; Petrov, Spajić, Fjóluson, Ramírez; Vilhena, Kambolov, Cabella (dal 26’ Olsson); Wanderson, Berg (dal 69’ Ignatjev), Namli (dal 59’ Shapi Suleymanov). All: Musaev. A disp: Kritsyuk, Skopintsev, Kaio, Stotskiy.
Reti: 31’ Guerrero, 78’ e 86’ Randjelović, 89’ Bouchalakis. Ammoniti: Randjelović (O). Arbitro: del Cerro Grande (Spagna).
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