Josep Martinez para, Lautaro Martinez segna.L’Inter fatica ma alla fine vince con il Genoa e si riprende la cima della classifica, lasciando al Napoli l’obbligo e la pressione di rincorrere in classifica. Una partita diversa, quella della squadra di Simone Inzaghi.
Con il Genoa la squadra fatica in tutto, nella costruzione, nella fase difensiva e nel concludere verso la porta avversaria, ma gioca una partita aggressiva e la vince in modo “sporco” con il minimo scarto e trovando la rete decisiva su calcio piazzato, tesaurizzando poi il vantaggio. Non è accaduto spesso. Questa squadra aveva bisogno di essere dominante per tutti i 90’ di gioco per portare a casa il risultato. Era fondamentale cambiare registro, in un periodo che non era e non è evidentemente il migliore. Si è vista una squadra umile, capace di giocarsi la partita scendendo a patti con l’idea di sporcarsi le mani, senza la presunzione di sentirsi più forte e dunque, per noblesse oblige, avere tre punti garantiti.
Protagonista del match, i Martinez. Josep, catapultato in campo dopo l’infortunio di Sommer, non ha sofferto l’impatto con San Siro e ha anche salvato il risultato, para. Lautaro invece segna e scrive una pagina di storia dell’Inter e un paragrafo personale della propria. L’attaccante argentino non aveva mai trovato la via del gol affrontando il Genoa e con questa rete è il primo calciatore straniero della storia nerazzurra a toccare la doppia cifra in sei stagione di serie a diverse. Numeri importanti, specialmente in relazione alla situazione venutasi a creare. L’attaccante argentino, complice gli infortuni e i cali di forma di Thuram e il rendimento al di sotto delle più pessimistiche aspettative di Taremi, si è ritrovato da solo a reggere il reparto di attacco.
Con queste premesse, suo malgrado Lautaro si è ritrovato a ricoprire un ruolo mai svolto prima: è ormai un tuttofare che si sdoppia in più ruoli. Lavora come regista offensivo, raccordando i reparti e da centravanti, si sacrifica per la squadra senza perdere di vista la porta, che continua a cercare e trovare quasi con ostinazione. Quello con il Genoa è una rete che ne fotografa la caparbietà e vale tre punti pesantissimi. Il suo gol sblocca una gara complicatissima e spegne anche i primi mormorii di San Siro, ma chiedergli di cantare e portare la croce conservando lucidità e forma da qui sino al termine della stagione è una pretesa troppo grande, nonché un esercizio di ottimismo perlomeno esagerato.
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