Arrivato ad inizio aprile, Bruno Labbadia ha preso il posto di Alexander Nouri che a sua volta era subentrato a Jürgen Klinsmann. Una decisione presa nel momento più delicato per il calcio tedesco (e non solo) nel bel mezzo della pandemia ma inevitabile visto che l’Hertha Berlino era in piena lotta per non retrocedere. Due vittorie nelle ultime otto partite e una squadra incapace di reagire alle difficoltà. Il cambio in panchina ha dato i frutti sperati: sei punti in due gare, sette goal fatti, nessuno subito ma soprattutto la prospettiva di poter lottare per un posto nella prossima Europa League. Labbadia sta facendo un vero e proprio miracolo.
Il passaggio al 4-2-3-1, l’inserimento di Ibisevic, la valorizzazione di Cunha: questi sono tre dei principali elementi portati da Labbadia e che, nei primi centottanta minuti, hanno portato ad un cambio di prospettive insperato fino a qualche mese fa. Partiamo dal cambio di modulo che ha permesso alla squadra di esprimere al meglio il proprio potenziale specie nel reparto offensivo dopo Cunha, Darida, Lukebakio e Ibisevic hanno tutte le capacità (qualità, forza fisica, fiuto del goal) per cambiare le sorti del match in qualsiasi momento. L’attaccante classe 1984 sta dimostrando come l’età sia soltanto un numero; con la rete realizzata nel derby di Berlino, infatti, è diventato l’unico giocatore ad aver segnato per quindici stagioni di fila in Bundesliga. Nei quattro giocatori offensivi sta trovando continuità di prestazioni (e goal) Cunha, giocatore dal talento indiscusso e che partendo da una posizione più arretrata riesce ad esprimere al meglio le sue potenzialità.
Un altro aspetto su cui è doveroso soffermarsi è la solidità difensiva; l’Hertha è tornato a non prendere goal e qualora dovesse mantenere la porta inviolata anche nella prossima giornata andrebbe ad eguagliare il record messo a segno dal quattordici al ventuno dicembre quando tenne la porta inviolata contro Friburgo, Leverkusen e Monchengladbach.
Non solo note positive; Labbadia, per completare l’opera, deve riuscire nella missione Piatek. L’attaccante sta vivendo l’ennesima stagione negativa e non riesce a ritagliarsi lo spazio necessario per dimostrare quanto fatto vedere al primo anno in Italia. Recuperare l’attaccante polacco non sarà semplice.
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