Dalla pausa di novembre a oggi l’Uruguay non è più lo stesso: cambio di obiettivi, di consapevolezze, di status, persino di allenatore, qualcosa che dopo 15 anni sembrava impossibile. L’ultima sosta aveva visto una decadenza devastante della Celeste, che aveva chiuso l’era Tabarez con un intollerabile 3-0 subito in Bolivia: da lì la scelta di rinunciare al Maestro, di rinnovarsi affidando la panchina a un giovane Diego Alonso, e di far ripartire un ciclo che ha ancora qualcosa da dire.
Perché fino alla partita di Asunción col Paraguay, l’Uruguay sembrava una nazionale decadente, nonostante una buona generazione dei ragazzi nati dopo il 1995 che costruisce una rosa sicuramente superiore a buona parte della concorrenza. Eppure i risultati non arrivavano, anzi, facevano sprofondare la Celeste addirittura al di fuori della zona playoff: immaginate un Mondiale senza Uruguay, qualcosa che non si vede da Germania 2006, fatto che portò all’inizio dell’ultima era Tabarez poi conclusa lo scorso autunno dopo aver portato in bacheca una Copa América e una semifinale mondiale.
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— Selección Uruguaya (@Uruguay) January 28, 2022
Col Paraguay però si è rivista la squadra che sulla carta sarebbe la terza forza in campo del megagirone sudamericano: qualche brivido nella fase iniziale sì, prima di scatenarsi davanti, soprattutto sui piazzati dove sono arrivati due legni con Godín e Vecino. Nella ripresa il gol, neanche a dirlo, di Luis Suárez, tornato in tutto il suo splendore nelle vesti di leader di questa nazionale, fondamentale per dare un sussulto a tutto l’Uruguay, che l’appuntamento col Qatar non lo vuole mancare. Nel mezzo le notizie di un rinnovamento in corso che spezza almeno in parte la continuità con la vecchia gestione: già cinque debutti alla prima partita, tra cui quello di un bravissimo portiere come Rochet, il giovane Pellistri, più Damián Suárez, Matías Olivera e Agustín Canobbio.
Questi tre punti rimettono la Celeste in zona qualificazione diretta, anche se nel caso Colombia-Perù non finisse in parità, scenderebbe in quinta posizione, ossia quella dello spareggio. Fotografia comunque non da buttare viste le tragiche premesse delle passate soste che avevano portato in dote quattro sconfitte consecutive. L’Uruguay è pronto a rimettersi in gioco, quantomeno per evitare di rimanere a casa senza giocarsi la qualificazione agli spareggi, possibile clamoroso retroscena di un girone che ha già qualificato Brasile e Argentina, ma che alle spalle è in preda alla più totale incertezza.
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