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La Top 11 della Super League 2016/17

Stilare una Top11 credibile, o quantomeno verisimile, vuol dire prescindere dal fatto che in Grecia l’Olympiakos stia esercitando una supremazia incontrastata dal 1997 ad oggi. Un ventennio di trionfi in patria intervallato solo da due sporadiche affermazioni dei cugini del Panathinaikos (2003-04 e 2009-10). Dal 2006, poi, il titolo è roba loro Cissé a parte. Insomma, stilare una formazione che rappresenti al meglio undici sfumature della stessa medaglia, della stessa lega, dello stesso campionato, è roba ardua. Ho preso in considerazione i valori di Transfermarkt affinchè la sublime arte matematica mi venisse in aiuto, cercando poi di non esagerare coi giocatori del Pireo. Questa dunque la mia Top11, che vuol tener conto non solo della crescita esponenziale in quest’appena conclusa Σούπερ Λίγκα Ελλάδα, ma anche e soprattutto di tutti quei valori che intervengono ad alterare il valore di un calciatore: aspettative, sorprese in positivo e negativo, risultati ottenuti dal club. Il modulo ipotizzato è quello certamente più popolare in Grecia, dunque il 4-2-3-1. Ecco la Top11 della Super League 2016/17.

 Porta. Le statistiche relative alle reti subite mi dicono come la difesa meno perforata sia quella dei campioni dell’Olympiakos (16), appunto. Il problema che mi si presenta davanti, semmai, è quello di scegliere uno tra Nicola Leali e Stefanos Kapino: in via teorica il titolare sarebbe il secondo, ma un infortunio alla coscia e problemi ad un’anca lo hanno tenuto per un po’ lontano dal campo. Le prestazioni del giovane italiano sono state ambivalenti, motivo che esclude l’ex Brescia dal novero dei contendenti. A quota 19 reti subite, sia Paok che Panathinaikos: Panagiotis Glykos le ha incassate in 26 occasioni, l’omonimo Vlachodimos in 21. Tra i due, solo il primo potrebbe avere qualche chance di essere nella Top11, dopo aver visto parate molto degne di nota a tal punto che da febbraio in poi si è preso in carico la leadership della squadra (e ha indossato stabilmente al braccio la fascia di capitano). L’ultimo ad entrare nella contesa è Vasilios Barkas dell’Aek, ma ha patito sia l’iniziale concorrenza di Giannis Anestis che l’inizio traumatico di campionato dei gialloneri. Pertanto, scelgo Kapino come titolare basandomi sulla fiducia e sul fatto che si tratta di un ottimo prospetto su cui l’Olympiakos parrebbe voler puntare molto in futuro.

Difesa. Per quanto concerne la corsia destra ho pochi dubbi: premettendo che Rodrigo Galo non abbia dato garanzie sufficienti per meritarsi il posto, che Panagiotis Vlachos del Panionios sia una sorpresa ma da rivedere a questi livelli e che Diogo Figueiras mi sia piaciuto complessivamente poco, ecco che il nome buono è quello di Leo Matos del Paok. Impiegato a destra ma anche a sinistra, il 31enne ex Dnipro è stato fondamentale nell’economia del gruppo di Vladimir Ivic. Un baluardo, insomma. Sulla sinistra, invece, nomino Leonardo Koutris del PAS Giannina, Marin Leovac del Paok e Didac Vilà dell’Aek, ma non scelgo nessuno dei tre. Come nemmeno opto per Niklas Hult del Panathinaikos, pur avendo lo svedese ben figurato. Il posto è di Alberto de la Bella: mi ricorderete come sia tornato da un infortunio, ma il suo finale in crescendo mi basta e avanza per metterlo nella Top11. La doppietta al PAS Giannina non è arrivata per caso. Al centro ho i miei dubbi: Spyros Risvanis del Panionios meriterebbe che la stagione eccezionale dell’Istorikos venisse celebrata anche schierando in questa formazione ideale il suo difensore centrale. Piccolo dettaglio, a luglio sarà dell’Olympiakos. Georgios Koutroubis ha fatto bene col Panathinaikos, e la lista potrebbe continuare: una rappresentanza dell’Aek (Ognjen Vranjes o Dimitrios Kolovetsios?), l’esplosione in casa Pireo di Panagiotis Retsos, poi magari Manuel da Costa che però ha giocato la Coppa d’Africa o Bruno Viana che tuttavia la seconda parte di stagione l’ha vissuta tra panchina e tribuna. Alla fine scelgo di premiare la leadership di Albert0 Botía, autore di un’altra grande stagione all’Olympiakos di cui talvolta ha pure rivestito il ruolo di capitano, e la concretezza di José Crespo del Paok: nelle sue 26 presenze si è visto un giocatore completamente diverso da quello che in Italia ha leggermente deluso a Bologna e Verona sponda Chievo. Riserve: Risvanis e Vranjes.

Centrocampo (centrale). E qui divido: la zona mediana potrei affidarla a Gojko Cimirot, metronomo del Paok, alla diga del Panionios Manolis Siopis, alla freschezza di André Simões o all’esperienza di Esteban Cambiasso. E avrei comunque tra decidere tra la fisicità di José Alberto Cañas e la potenza di Ergys Kace (entrambi al Paok), ma che dire dei vari Thanasis Androutsos, Jakob Johansson, Robin Lod, Evgen Shakhov, Astrit Ajdarevic? Magari sarebbe da premiare la grinta di Pedro Arce nel Veria retrocesso o Theodoros Vasilakakis dello Skoda Xanthi. Serve ridurre la lista: quest’ultimo ha segnato sei reti ma c’è l’inghippo perchè ha giocato spesso da trequartista, Arce non mi convince. E spunta anche Alayxis Romao, che però scelgo di non schierare così come ogni altro giocatore dell’Olympiakos perchè la zona centrale di centrocampo dei biancorossi quest’anno è stata assai deludente. Da rifondare, oserei dire. Ecco dunque che decido di premiare il percorso del Panionios (dunque Siopis) e le qualità tecnico-balistiche dell’ucraino Shakhov. Salonicco già stravede per lui.

Centrocampo (trequarti). Sulla trequarti il discorso è meno ampio. Semmai, come numero 10 la scelta è facile: Diego Biseswar e Alejandro Domínguez li escludo per poca incisività e scarso minutaggio (ma che tristezza, non mettere El Chori…), l’iraniano Masoud Shojaei sono costretto a sacrificarlo in nome del duopolio Kostas Fortounis / Petros Mantalos. Che fare, Olympiakos o Aek? Il talento o le geometrie? Il 7 o il 20? Alla fine scelgo Fortounis solo in virtù di una maggior prolificità: 6 reti e 6 assist contro rispettivamente 6 e 4 di Mantalos. Sulla destra: Lucas Villafáñez nasce come trequartista ma Ouzounidis lo mette esterno di destra nel Pana. Giannis Mystakidis meriterebbe l’inserimento nella Top11 ma si è rotto il crociato e non mi sento di lasciare dietro altri pari ruolo: non parlo di Djalma del Paok, né di Patito Rodríguez dell’Aek, bensì di  El Fardou Ben. Il comoriano, che questa stagione ha vestito il 31 al Panionios, è di proprietà dell’Olympiakos e dopo Ansarifard potrebbe compiere lo stesso tragitto verso Atene. Nove reti e tre assist sono un ottimo motivo per schierarlo dal 1′: che poi è stato utilizzato anche all’occorrenza come prima punta, ma non mi faccio problemi a schierarlo nel suo ruolo naturale, con Tarik Elyounoussi riserva. Come? Dite che 4 gol e 1 assist sono pochi? Va bene, concordo, ma date un’occhiata all’insostituibile apporto del norvegese e poi ne riparliamo. Sulla sinistra, manco da chiedere: il miglior uomo assist della Super League è il brasiliano Sebá. L’ex Porto ha servito ben 10 passaggi decisivi trovando per 3 volte la rete. Mica male eh. Dietro a lui è dura: premiare la buona mezza stagione di Pedro Henrique al Paok, il compagno di squadra Amr Warda, o magari la fantasia di Panagiotis Triadis dello Skoda Xanthi, o ancora Georgios Masouras del Panionios. Vada per il terzo: i 7 assist mi bastano.

Punta. E qui sono davvero in tantissimi, molti dei quali meritevoli.  Aleksandar Prijovic (6 gol in 9 partite in mezza stagione al Paok, dopo la prima metà al Legia Varsavia), Pedro Conde (prolifica punta del PAS Giannina, 13 reti in 25 apparizioni), l’adattato Karim Ansarifard (6 stagionali tra Panionios e Olympiakos, ma tenete a mente che nasce trequartista), Georgios Gianoumakis del Platanias (giovane, 22 anni, 11 in 26 per lui), Michalis Manias (1o in 18, bomber dell’Asteras Tripolis), Tomas Pekhart (score non entusiasmante, 9 in 23, ma tanto lavoro sporco per la squadra), Sergio Araujo (ho dovuto metter da parte la mia ammirazione per lui, stavolta, in nome delle statistiche che sono sotto gli occhi di tutti). I due che ho scelto sono però due nomi non ancora fatti. Il primo lo immaginerete da soli: Marcus Berg, del Panathinaikos, laureatosi capocannoniere di Super League con 22 centri n 28 presenze, in pratica un cecchino dal fiuto del gol straordinario. Grandissima stagione per lo svedese. Il secondo nome che vi propongo, che purtroppo devo relegare a riserva, è quello di Hamza Younes: tunisino, è andato a segno 19 volte in 24 apparizioni con la maglia dello Xanthi allenato da Razvan Lucescu. Il suo inserimento vuol essere un pubblico elogio al gruppo della società patrocinata dal gruppo automobilistico Skoda. Solo una caduta gli ha impedito di restare nell’Olimpo delle grandi. Sono usciti dalla poule playoff ma hanno regalato emozioni: peccato per il finale. Ma il capocannoniere della squadra, il secondo a proposito dell’intera Super League, resta. Ed eccolo lì. Me lo immagino già, seduto in panchina, scalpitando per avere posto a gara in corso.

La Top11

KAPINO (Glykos); LEO MATOS (Figueiras), BOTÍA (Risvanis), CRESPO (Vranjes), DE LA BELLA (Hult); SIOPIS (Cimirot), SHAKHOV (Johansson); EL FARDOU (Elyounoussi), FORTOUNIS (Mantalos), SEBÁ (Triadis); BERG (Younes).

 

Matteo Albanese

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