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La storia si ripeterà? Dal 1961 al 1993, quando la Bulgaria fece piangere la Francia

Domani sera a Sofia andrà in scena una partita decisiva per la qualificazione ai Mondiali. La Francia prova a resistere in vetta al girone nell’insidiosissima trasferta in Bulgaria, ed avversario peggiore per i Galletti non poteva esserci. Non sarà il valore dell’avversario a spaventare i Bleus di Dider Deschamps, ma un ripetersi della storia che preoccupa tremendamente i transalpini. Ma andiamo con ordine.
Nel 1958 la Francia ha avuto il suo primo Dream Team e con il terzo posto conquistato ai Mondiali di Svezia ha incantato il mondo solo meno del Brasile di Pelè. Il centravanti da 13 gol in una sola Coppa del Mondo Just Fontaine, record mai battuto, il gioiello di cristallo Raymond Kopa e l’attaccante da oltre 200 gol in Ligue 1 Roger Piantoni erano i pezzi più pregiati di una Nazionale perfettamente orchestrata dal c.t. Albert Batteux. Il fatto che la Francia sia uscita dall’anonimato del calcio lo dimostrano i primi Europei disputati nel 1960, quando l’eliminazione in semifinale ad opera della Jugoslavia, con un pirotecnico 5-4, viene visto come un fallimento.
La squadra si appresta ad affrontare le qualificazioni ai Mondiali del Cile con una rosa profondamente rinnovata, ma comunque di livello e intenzionata a far fuori senza problemi le matricole Bulgaria e Finlandia. Se gli scandinavi risultano essere una squadra materasso, “I Leoni” si dimostrano seconda forza del girone, ma a Parigi devono capitolare con un netto 3-0. Si arriva all’ultima sfida di Sofia e i padroni di casa devono vincere per poter allungare la qualificazione allo spareggio. Al 90′ le squadre sono ancora sullo 0-0 e mentre in Francia stanno già facendo i biglietti aerei per il Cile, il “Patrata” Hristo Iliev in una mischia batte Lerond e regala una clamorosa vittoria ai suoi. Un mese dopo è San Siro ad ospitare lo spareggio tra le due compagini per stabilire chi parteciperà ai Mondiali. Il blocco sovietico e la dittatura comunista non permette ai bulgari di viaggiare verso Milano e allora saranno gli italiani a sostenerli, se non altro per fare un torto ai cugini francesi. Non bisogna aspettare il novantesimo questa volta, perchè all’inizio del secondo tempo una staffilata dal limite dell’area di Dimitar Yakimov bucca le mani a Lerond e fa 1-0. I Leoni si barricano in difesa e resistono fino alla fine, e quando l’arbitro Concetto Lo Bello può iniziare la festa. La terza dell’ultimo Mondiale è già eliminata, mentre per la Bulgaria è la prima storica partecipazione.
Sarà un duro colpo per la Francia che per circa vent’anni tornerà nell’anonimato del calcio. Poi gli anni d’oro di Platini, Tigana e Giresse, le semifinali Mondiali e la vittoria dell’Europeo dell’84, prima della clamorosa non qualificazione a Italia ’90. Ma una nuova generazione è alle porte e gli Europei di Svezia ’92 danno i Bleus come favorita d’obbligo, eppure qualcosa va storto e l’incredibile Danimarca li elimina già ai gironi. Allora si cambia guida tecnica, via Michel Platini e dentro Gerard Houllier per conquistare la qualificazione ad Usa ’94. David Ginola, Eric Cantona e il pallone d’oro Jean-Pierre Papin sono tre fuoriclasse che ognuno vorrebbe nella sua Nazionale e nulla potrà mettersi in mezzo tra la Francia e gli Stati Uniti. Il girone inzia a Sofia contro la Bulgaria e non sembra un grosso ostacolo. È vero che c’è Hristo Stoichkov, il talento migliore che il calcio bulgaro abbia mai sfornato, ma per il resto non c’è partita. Non ci sarà partita, ma perche sarà un dominio bulgaro, perchè dopo mezz’ora prima proprio Stoichkov e poi Balakov, regaleranno i primi due punti del girone alla propria Nazionale. È solo una falsa partenza perchè poi riparte la marcia dei transalpini che vincono sempre con Austria e Finlandia, in trasferta in Israele, mentre con la Svezia trionfano in casa e strappano un ottimo pareggio a Stoccolma. Peccato solo per quella sciagurata partita casalinga contro il fanalino di coda Israele, clamorosamente persa per 2-3, e che ha rimandato il pass per Usa ’94. Si arriva così all’ultima giornata con la Svezia già qualificata e ora c’è da scoprire chi farà compagnia agli scandinavi. La Bulgaria arriva alla sfida del Parco dei Principi con punto di ritardo rispetto alla Francia, dopo un cammino con molti ostacoli. Contro la Svezia è arrivato solo un punto, Israele fa da guasta feste a Sofia e pareggia 0-0, mentre è da dimenticare il 3-1 subito al Prater di Vienna contro l’Austria. Ultima partita del girone, alla Bulgaria serve solo vincere e alla Francia basta il pareggio. Ricorda qualcosa vero? Ma stavolta sarà diverso, nel 1961 fu solo una triste casualità, e poi questa sera, 17 novembre 1993, si gioca a Parigi e quando quel pazzo di Eric Cantona insacca a pochi passi da Mikhailov sembra aver ormai esorcizzato i fantasmi di Milano. La storia però, quando vuole, sa essere spietata. Emil Kostadinov, funambolico attaccante giramondo, allora al Porto, decide che la Bulgaria deve essere ancora una volta la bestia nera dei transalpini. E così, un uomo alto 177 cm diventa un gigante svettando di testa poco dopo il vantaggio di Cantona per il pareggio e a dieci secondi dal novantesimo, quando ormai il pari sembra scritto, chiude gli occhi e spacca la porta difesa da Lama. La palla sbatte sulla traversa e poi si insacca in rete per il clamoroso e definitivo 1-2. Come Iliev a Sofia anche Kostadinov a Parigi. In Francia nessuno dimenticherà mai questa disfatta e nel 2015 verrà addirittura interpretata una tragedia teatrale dal nome “Cantona, ou Naufrage au bout de la nuit” (“Cantona, il naufragio alla fine della notte”). La Bulgaria non sarà una semplice comparsa come ha sempre fatto ai Mondiali, ma negli Stati Uniti lascerà a bocca aperta il mondo arrivando fino alla semfinale dopo aver eliminato ai Quarti i Campioni in carica della Germania. Non solo Stoichkov, che a fine anno sarà Pallone d’oro, ma anche Balakov, Ivanov e Letchkov, solo per citare alcuni dei componenti della più grande Nazionale bulgara di tutti i tempi che fece piangere l’intera Francia in una fredda notte del novembre 1993.

Francesco Domenighini

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