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La storia del West Ham, tra bubbles e working class

È il 1895 ed un ragazzino viene lavato dalla mamma nel giardino di casa sua, in una vaschetta di metallo. È una giornata serena e tiepida, ed il vivace bambino continua a muoversi e sbattersi nell’acqua mentre viene insaponato. È normale che prima o poi, con tutto questo movimento, si crei molta schiuma e, perchè no, anche delle bolle di sapone. Una in particolare si leva nel cielo di Londra, ed il bimbo la guarda fino a quando essa sembra essere scomparsa tra i raggi del sole. In realtà, quella bolla ha appena iniziato il suo viaggio, forse senza sapere cosa gli avrebbe riservato il futuro, e senza nemmeno sapere se non fosse scoppiata dopo pochi secondi. Ma essa vive, resiste, ed è in sua presenza che pochi giorni dopo viene fondato il Thames Ironworks, nuova squadra di uno sport che sta acquisendo una certa notorietà nella Gran Bretagna: il football.

La bolla viene alimentata da ogni avvenimento correlato al team, ed assiste addirittura ad un cambiamento societario, il 5 luglio del 1900, quando dopo svariate vittorie nelle categorie inferiori, i  Thames Ironworks raggiungono la già famosa Premier League. Ora servono giocatori veri, dei professionisti, e per il grande avvenimento si decise di cambiare il nome alla combriccola. È tempo del West Ham United Football Club, e come colori sociali furono scelti “claret & blue”, il granata e l’azzurro, ricordando così la nascita della società strettamente collegata ai cantieri navali. Che ci crediate o no, dopo 5 anni dal momento in cui si creò, la bolla non era ancora scoppiata. Tuttavia, data la stanchezza, decise di posarsi per un pò nella zona di Canning Town: è lì che il West Ham giocò le sue prime partite ufficiali, ed in particolare vinse la prima Con un risultato di 7-0, contro un friabile Gravesend.

Per la troppa stanchezza, o forse per l’assenza totale di vento (anche se questa ipotesi risulta un pò strana), l’invincibile bolla di sapone stette lì per la bellezza di 4 anni, ma nel 1904 migrò in quel di Newham, dove riuscì ad adocchiare un nuovissimo stadio chiamato The Castle all’epoca, costruito lungo la Green Street. La prima partita fu contro i concittadini del Millwall, e fu vinta per 3-0, ed è lì che il West Ham trascorrerà 112 stagioni, tutto per merito della magica bolla che condusse il club nei primi anni di vita. Con il tempo, il rapporto tra la “bubble” e gli Hammers (soprannome derivato dall’origine della squadra, nata direttamente dalla working class) divenne indissolubile. Qualsiasi avvenimento nell’ambito del West Ham, faceva sopravvivere la tanto cara bolla che finalmente poteva essere aiutata dopo aver rischiato più volte di scoppiare miseramente. Campioni come Bobby Moore e Trevor Brooking furono addirittura in grado di aggiudicarsi l’intestazione delle curve dello stadio prescelto dalla bolla, ma il passaggio di tanti campioni per il West Ham quali Lampard Sr., Di Canio, Dicks, Hurst, Peters e molti altri ancora aiutò questo processo.

La nostra bolla ne vide delle belle: una storia gloriosa ma mai troppo vincente, piacevole ma anche sfortunata. Una società che negli anni ’20 perse la prima finale di FA Cup giocata a Wembley, e che ne conquistò 3 nella sua storia, che ha ed ha avuto una della più calde tifoserie d’Europa, e che (ci crediate o no) vinse da sola un Campionato Mondiale di calcio (1966). In quella occasione, la nazionale Inglese dei Tre Leoni fu capitanata dal leggendario Bobby Moore, e vinse grazie all’unica tripletta mai segnata in una finale di un mondiale (Geoff Hurst) e ad un gol di Peters. Tutti e 3 i giocatori, ovviamente, erano bandiere del West Ham.
Nessuno sa se la volontà della bolla influisce oggi giorno sulle sorti del club, e risulta strano che una storia così gloriosa vissuta ad Upton Park (nello stadio denominato Boleyn Ground, in onore della regina Anna Bolena), debba totalmente migrare nel nuovo, sorprendente, bellissimo, ma non storico, stadio Olimpico di Londra. Nessuno sa se la bolla resterà ad Upton Park, e nessuno sa se la bolla attualmente vive. Ma molti, moltissimi, sono sicuri che nell’ultimo giorno in cui il West Ham United giocherà al Boleyn, dietro ad una rampa di scale un po sverniciata e molto vissuta, si potrà intravedere ancora quella che è stata e che sarà compagna di viaggio di tutti i tifosi Irons.

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