Si è conclusa l’Eredivisie e i verdetti sono definitivi: il Vitesse torna in Europa, centra la qualificazione in Conference League dopo aver rischiato di essere la prima vera antagonista dell’Ajax. Per tutto il girone d’andata, la formazione giallonera, ha lottato a testa alta per il titolo per poi mollare nel mese di febbraio con l’arrivo di una crisi che ha ridimensionato le aspettative. Una stagione positivissima per una società che da tanto tempo non lottava per qualcosa di importante.
Letsch è il grande artefice del cambio di passo del Vitesse: l’allenatore tedesco è riuscito a dare un gioco interessante ai gialloneri che hanno stravolto il loro 4-3-3 per passare ad un più coperto e, paradossalmente offensivo, 5-3-2. Il tecnico, grazie a questo modulo, ha trasformato la sua squadra, rischiando di mettere i bastoni tra le ruote all’Ajax. Un’altra intuizione è stata quella di arretrare ulteriormente Bazoer, vero protagonista della retroguardia con la posizione di centrale inamovibile: Opena (10 gol) e Broja (10 reti) hanno fatto dimenticare Linssen e Matavz mentre Tannane, da trequartista, è tornato quello che si era potuto ammirare ai tempi dell’Heracles prima della partenza per il St. Etienne.
Il Vitesse parte benissimo in campionato con un passo da big, nonostante il ko rimediato contro gli ajacidi alla terza giornata: dal 13 settembre fino alla fine di novembre, il club di Arnhem aveva messo in cassaforte un solo ko, un solo pareggio e 8 successi, 9 se contiamo anche la prima sfida superata di KNVB Beker. I gialloneri erano in piena corsa con l’Ajax per il primato, con Psv, AZ e Feyenoord intenti a rincorrere. Dal mese di dicembre iniziano i problemi, i primi passi falsi: la rosa frena, perde con il PEC Zwolle e pareggia con l’Heerenveen per poi tornare al vecchio passo di vittorie fino al termine di gennaio. Alla ripresa dopo la sosta, l’inspiegabile crisi che ha allontanato definitivamente il sogno di diventare campione d’Olanda: 5 match con 4 ko e un pareggio in Eredivisie, un percorso che cancella la possibilità di primato e ridimensiona le aspettative del Vitesse che cerca di blindare, almeno, l’accesso all’Europa.
Da quel momento in poi la squadra ha perso sicurezza e compattezza, alternando ottime gare a momenti di poca concetranzione e attenzione: la finale di KNVB Beker ne è un esempio con un ottimo controllo dell’Ajax per quasi 80 minuti di partita, poi una sciocchezza e la beffa nel recupero firmata da Neres appena entrato. Al termine dell’Eredivisie, però, il Vitesse può ugualmente sorridere: 4° posto e qualificazione diretta alla Conference League, la nuova competizione europea che è pienamente nelle corde della società. Il gioco espresso, compatto in difesa e verticale in attacco, dimostra la crescita di un club che ha sempre provato ad imporsi, sbattendo prepotentemente contro realtà dal nome Psv, Feyenoord e Ajax, corazzate che stanno cannibalizzando l’Olanda. Serve una ventata di aria fresca: Letsch ha messo le basi per un ottima rescita ed insieme ai suoi ragazzi non è detto che non riesca a raggiungere qualche tragurdo e, casomai, anche qualche trofeo.
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