Settimana totalmente da dimenticare per il Manchester City: in appena cinque giorni gli invincibili di guardiola si scoprono vulnerabili, cadendo sotto i colpi del Celtic prima, abile a strappare ai Citizens un pareggio d’oro in Champions League, e del Tottenham poi, grazie al capolavoro tattico di Pochettino che costringe Guardiola alla prima sconfitta stagionale. 5 reti subite nel giro di pochi giorni, tante quante il club ne aveva incassate dall’inizio della stagione, e certezze che cominciano a crollare lasciano il posto a tanti dubbi, riguardando soprattutto la difesa, il reparto che più su tutti ha dato da pensare a Guardiola.
Sembrava non avere punti deboli la corazzata di Guardiola che, dopo aver tinto di blu la città di Manchester battendo Mourinho e il suo United, i rivali di sempre, si preparava a diventare la dominatrice incontrastata della Premier League. Ma anche la migliore macchina da guerra può cedere da un momento all’altro: lo hanno capito Brendan Rodgers, capace con il suo Celtic di fermare il City sul pareggio, e Mauricio Pochettino, l’artefice del brutto scherzo messo in atto in campionato dal suo Tottenham, due tecnici così diversi, ma con in comune la capacità di colpire l’avversario nel punto giusto. Nessuna scelta audace, nessun approccio rivoluzionario: l’unica filosofia è stata
semplicemente quella di interrompere sul nascere il gioco degli avversari, colpendoli al momento giusto per vie centrali e lungo le fasce. È proprio il pressing alto l’unico tallone d’Achille del super Manchester City: Celtic e Tottenham hanno abbandonato l’arma del contropiede a favore della coraggiosa scelta di andare incontro agli avversari, pressando continuamente i difensori per impedirgli di dare il via alla manovra. Una tattica azzardata, più facile a dirsi che a farsi, ma rivelatasi efficace grazie anche alla rapidità degli attaccanti avversari: il giovane Dembele da una parte e Son dall’altra hanno perforato con i tempo giusti la retroguardia del City, costringendoli a sbagliare un gran numero di passaggi.
A rendere più facile il compito agli avversari è stata anche la debolezza della difesa del Manchester City, che non sembra ancora essere all’altezza dell’attacco: Kolarov e Otamendi, i due centrali presenti sia in campionato che in coppa, non rappresentano quella diga invalicabile voluta dal tecnico e più di una volta sono saliti alla ribalta a causa dei loro pasticci. Anche il portiere non è esente da colpe: dal derby di Manchester, la sua prima apparizione in Premier League, Claudio Bravo non è stato assolutamente sinonimo di sicurezza, a causa delle sue uscite spesso troppo azzardate e coraggiose che hanno causato non pochi danni. La settimana di pausa per le nazionali servirà a Guardiola per riprendersi da questo doppio shock e cercare di mascherare al meglio l’unico punto debole della sua armata, per evitare che altre squadre possano approfittarne e rovinare al City una stagione cominciata da protagonista assoluto.
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